Contagi aumentati del 141% in un mese. Tra il 12 e il 18 agosto crescita del 20,6%. Cartabellotta (Gimbe): “Segnali che invitano a mantenere l’attenzione molto alta”

La curva dei contagi continua a salire. Rispetto ad un mese fa, secondo l’ultimo monitoraggio effettuato dalla Fondazione Gimbe, l’aumento è del 141%. Nella settimana 12-18 agosto, rispetto alla precedente, l’incremento del 20,6% dei nuovi casi (3.399 vs 2.818), a fronte di un lieve aumento dei casi testati (180.300 vs 174.671). Relativamente ai dati ospedalieri in crescita i pazienti ricoverati con sintomi (843 vs 801) e quelli in terapia intensiva (58 vs 49). Nel dettaglio, i decessi sono aumentati di 36 (+0,1%), oltre a 154 comunicati dalla Asl di Parma finora non conteggiati. Aumentano anche i pazienti ricoverati in terapia intensiva: +9 (+18,4%); quelli ricoverati con sintomi: +42 (+5,2%); i nuovi casi totali: +3.399 (+1,4%); i casi testati, +5.629 (+3,2%), mentre diminuiscono i tamponi totali: -7.188 (-2,2%).

“Dal 12 al 18 agosto – dichiara il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta – si conferma il trend in aumento sia dei nuovi casi, sia dei pazienti ospedalizzati con sintomi e, in misura minore, di quelli ricoverati in terapia intensiva. Dopo 4 settimane di crescita costante siamo davanti a segnali che invitano a mantenere l’attenzione molto alta sull’andamento dell’epidemia nel nostro Paese. Quale indicatore della diffusione del contagio abbiamo rivalutato la distribuzione geografica dei 15.089 casi attivi al 18 agosto, aumentati complessivamente di 1.528 unità (+11,3%) rispetto alla settimana precedente”.

Notevoli le variabilità regionali riscontrate dalla rilevazione della Fondazione Gimbe: in 6 Regioni e nelle 2 Province Autonome si rileva una riduzione complessiva di 180 nuovi casi rispetto alla settimana precedente, con variazioni che oscillano dai -6 della Provincia Autonoma di Bolzano ai -53 dell’Abruzzo. Sono 13 le regioni fanno registrare un aumento dei nuovi casi per un totale di 761 nuovi casi, con un range che varia dai 169 del Lazio agli 8 della Sardegna. La Lombardia, seppure in calo relativo (-3,6%) e assoluto (-200) rispetto all’11 agosto, conta il 35,2% dei casi (5.314); un ulteriore 51,5% si distribuisce tra Emilia-Romagna (1.789), Veneto (1.688), Lazio (1.359), Piemonte (897), Sicilia (722), Toscana (718) e Campania (596); i rimanenti 2.006 casi (13,3%) si collocano nelle restanti 11 Regioni e 2 Province autonome con un range che varia dagli 8 della Valle d’Aosta ai 340 della Puglia.

“Nell’ambito di un quadro di circolazione endemica del virus – continua Cartabellotta – si conferma il trend in progressivo aumento dei nuovi casi, siano essi autoctoni, di importazione (stranieri) o da rientro di italiani andati in vacanza all’estero”. Infatti, se nelle prime tre settimane di luglio i nuovi casi erano stabili, nelle ultime quattro settimane abbiamo assistito ad un progressivo e costante incremento: i 3.399 nuovi casi della settimana 12-18 agosto costituiscono un valore superiore al 140% rispetto alla settimana 15-21 luglio quando erano 1.408.

“La risalita nella curva dei contagi – precisa il presidente di Gimbe – desta non poche preoccupazioni sia perché l’incremento inizia a riflettersi progressivamente sull’aumento delle ospedalizzazioni, sia perché solo negli ultimi 2 giorni, peraltro non inclusi nella nostra analisi settimanale, sono stati riportati quasi 1.500 nuovi casi. Davanti a questi numeri se da un lato bisogna evitare inutili allarmismi, dall’altro non è ammissibile sottovalutare il costante aumento dei nuovi casi, anche in vista di appuntamenti cruciali per il Paese, quali riapertura di scuole e università e consultazioni elettorali”.

“L’arma migliore per una serena convivenza con il virus – conclude Cartabellotta – rimane la massima aderenza ai comportamenti raccomandati: dal frequente lavaggio delle mani alle misure di igiene respiratoria, dal distanziamento sociale all’uso della mascherina negli ambienti pubblici al chiuso e all’aperto dove non è possibile mantenere la distanza minima di un metro, al rigoroso rispetto del divieto di assembramenti. Dal canto loro, le autorità sanitarie devono potenziare la sorveglianza epidemiologica, sia per identificare e circoscrivere i focolai, sia per individuare tempestivamente casi di importazione e di rientro”.