Conte attacca Draghi. Ma ora pure nel Pd c’è chi è stufo di Super Mario. Il leader pentastellato tiene il punto. E apre una fronda dentro i dem

Per l’ex premier Conte non è il Movimento a voler uscire dall'Esecutivo Draghi ma forse sono altri che lo vogliono fuori.

Una frase laconica che sembra però aprire fronti nuovi e insospettabili: “Inizio ad avere dubbi che ci sia qualcuno che voglia spingere il Movimento fuori dal governo”. Parola di Giuseppe Conte. Dopo le critiche rivolte dal presidente del Consiglio Mario Draghi al Superbonus e lo strappo in Consiglio dei ministri sull’inceneritore a Roma, insomma, il presidente del Movimento cinque stelle pare voglia tenere il punto sulla misura varata dal suo governo e sull’impianto pensato per risolvere il problema dei rifiuti nella Capitale.

Per l’ex premier Conte non è il M5S a voler uscire dall’Esecutivo Draghi ma forse sono altri che lo vogliono fuori

Alla presentazione della scuola politica del M5s, Conte d’altronde è stato chiaro (leggi l’articolo): “Dicono che il M5S vuole uscire dal governo ma inizio a pensare che qualcuno voglia spingere il M5S fuori dal governo, se è questa l’intenzione lo dicano chiaramente”. E quindi chiede “rispetto per 11 milioni di cittadini” che “hanno votato il Movimento, non vanno presi in giro”, ha rimarcato ancora l’ex presidente del Consiglio.

Per quanto riguarda il termovalorizzatore nella Capitale, il presidente del M5s è stato altrettanto netto: “Non mi risulta che la norma sugli inceneritori a Roma sia stata spinta da Cingolani: lui non c’entra nulla”. E avvisa: “Spero non si pensi neppure lontanamente di calare la fiducia. La fiducia semmai la chiediamo noi”.

Quel che sembra, dunque, è che mai come questa volta il Movimento ha le idee chiare sul da farsi e sulla linea da tenere. Sull’inceneritore, sul Superbonus, sull’invio delle armi all’Ucraina. Difficile ovviamente che il Movimento esca dalla maggioranza – e lo dimostra d’altronde la stessa risposta di Conte – ma le barricate poste dai pentastellati siginificano che Draghi è avvisato: oltre un certo affronto non si potrà andare. Specie su determinati argomenti.

Anche perché, nel frattempo, pare che ampie fette del Pd siano assolutamente d’accordo con la linea pentastellata e contiana. Ed è tutto dire considerando che, per dire, sul Dl Aiuti la norma sull’inceneritore favorirerebbe il sindaco capitolino Roberto Gualtieri. “Ma se bisogna insistere sulla transizione ecologica – è il ragionamento di molti dem – non è questa la strada che forse dovremmo seguire”. Insomma, di fatto Conte sta riuscendo non solo a cementare il Movimento, ma a portare dalla sua anche ampie fette dei dem, con la conseguenza inevitabile che il governo dovrà tenere conto delle battaglie dei Cinque stelle.

D’altronde il Movimento ha già dimostrato che nel momento in cui riesce a tenere il punto, sa far cambiare rotta anche a Super Mario. L’ultimo esempio arriva con l’aumento delle spese militari per volere della Nato. Un tema su cui tutti i partiti erano d’accordo, fatta eccezione per il Movimento. Risultato finale? L’impegno di spesa è stato posticipato a data da destinarsi.