Processo “carburanti”. Cosentino fa il pieno… di condanne. Dopo quella per concorso esterno in associazione camorristica, arriva quella a 7 anni e 6 mesi per estorsione

Cosentino fa il pieno di condanne. Dopo quella per concorso esterno in associazione camorristica, arriva quella a 7 anni e 6 mesi per estorsione

L’ex sottosegretario Nicola Cosentino (Pdl) è stato condannato dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) a sette anni e sei mesi di carcere al termine del processo di primo grado (“Carburanti”) in cui era imputato per estorsione e illecita concorrenza con l’aggravante mafiosa.

La Corte ha emesso condanne rispettivamente a 9 anni e 6 mesi e 5 anni e 4 mesi anche a carico dei fratelli, Giovanni e Antonio Cosentino. Le indagini sono state condotte dai pm Antonello Ardituro (oggi al Csm) e Francesco Curcio (ora alla Procura nazionale). Prescritto invece il reato contestato all’ex prefetto di Caserta ed ex deputato Pdl, Maria Elena Stasi. “Siamo fortemente perplessi, ritenevamo che fosse innocente e riteniamo ancora di più che sia innocente. Leggeremo la sentenza, ricorreremo senza alcun dubbio in appello”. Così Agostino De Caro, legale di Cosentino.

Oggetto del processo è l’Aversana Petroli, l’azienda di carburanti della famiglia Cosentino, amministrata in passato da Giovanni Cosentino e sequestrata, che secondo l’accusa sarebbe stata avvantaggiata illecitamente ai danni della società di un altro imprenditore, Luigi Gallo, che puntato il dito contro la famiglia Cosentino. Nel corso della requisitoria tenuta lo scorso primo marzo, i pm della Dda di Napoli Fabrizio Vanorio e Alessandro D’Alessio chiesero 12 anni di carcere per Nicola Cosentino. Durante la requisitoria il pm aveva detto: “I Cosentino vanno messi in ginocchio e va confiscata la loro società (l’Aversana Petroli, ndr)”. E proprio per questa vicenda Cosentino era stato arrestato nell’aprile del 2014. Secondo l’accusa i Cosentino potevano contare sul “rapporto stabile con i Casalesi”, tanto che “i vertici del clan avevano imposto agli affiliati il divieto di estorsioni ai danni degli impianti riconducibili a Cosentino”. “Un sodalizio criminale” – scriveva l’Antimafia – retto “dalla spregiudicatezza dei fratelli Cosentino” negli affari, “dall’asservimento della politica” e “dal rapporto di scambievole interesse con esponenti della camorra”.

Prima di questa condanna l’ex coordinatore campano del Pdl il 17 novembre scorso era stato condannato a nove anni per concorso esterno in assocazione camorristica: le motivazioni della sentenza saranno depositate nel mese di maggio. In questo processo l’accusa aveva chiesto per l’imputato 16 anni di carcere.