Costa Rica, prova di maturità per gli Azzurri

di Marco Castoro

L’ altra sera il Brasile ha ballato non poco contro il Messico. Ha concluso la gara con un pareggio in bianco, ma ha seriamente rischiato di perdere. Ebbene quel Messico che ha fatto tremare i verde-oro è stato battuto dalla Costa Rica nelle qualificazioni mondiali. Morale della favola: la gara dell’Italia di stasera (ore 18) è una sfida difficile da affrontare. Più dell’Inghilterra e più dell’Uruguay, quest’ultimo strapazzato proprio dalla Costa Rica nella gara di esordio. Gli avversari odierni sono una squadra poco conosciuta negli ambienti internazionali. Con un grande vantaggio: può sorprendere. Per l’Italia invece la partita può nascondere numerose insidie. Quando una formazione blasonata incontra una Cenerentola le brutte figure sono dietro l’angolo. Anche se la Costa Rica non è una Cenerentola. Il suo allenatore si chiama Pinto. Schiera un 5-4-1 molto corto. La squadra sembra una molla, si chiude tutta dietro la palla per poi catapultarsi in avanti con 4-5 giocatori. Attacca sugli esterni. La maggior parte dei suoi giocatori gioca nei campionati europei, ma non in club prestigiosi. In Belgio (Bruges), in Spagna (Levante), in Inghilterra (Fulham), in Olanda (Twente e Psv). Campbell, Bolaños e Ruiz i più pericolosi. Per gli Azzurri ci sono i precedenti che incorraggiano a vincere la partita con la Costa Rica. Ogni volta che hanno vinto le prime due sfide del Mondiale hanno sempre centrato le semifinali. È accaduto nel ’38 (vincemmo il titolo), nel ’78 e nel ’90.

Il dono di Balotelli
Incredibile ma vero. In Brasile Balotelli sembra un’altra persona. Più saggio e più maturo. Lo ammette lui stesso: «Sì, qui al Mondiale per me è scattato qualcosa di speciale: è la competizione più importante che esista, per me vale più di un Pallone d’oro, e ovviamente di una Champions o di uno scudetto. Voglio vincere il Mondiale, non mi interessa essere una star».
Perfino Mourinho, lo Special One, oggi è in vena di elogi per il suo ex giocatore, dopo averlo rimproverato non poco in passato: «Mario deve capire che può fare meglio, capire le sue vere potenzialità, i doni speciali che Dio gli ha donato».
Intanto l’Uruguay si è rimesso in carreggiata battendo gli inglesi, ormai con le valige già pronte. Doppietta di Suarez che solo 20 giorni fa è stato operato di menisco.

La caduta
degli dei
Appena due partite e pluricampioni della Spagna sono già fuori dal Mondiale. Anche l’Italia, campione in carica, nel 2010 uscì al primo turno ma almeno non aveva perso male come gli iberici. Strapazzati dall’Olanda alla prima (5-1) e dal Cile alla seconda (2-0). Segnato un solo gol (tra l’altro su rigore) e incassati 7. I numeri non mentono mai. Il ciclo della Spagna sembra davvero finito. Davvero singolare il fatto che Casillas e compagni abbiano abdicato nello stesso giorno che il nuovo Re Felipe si sia insediato dopo che Juan Carlos ha abdicato. Alla vigilia del Mondiale la Spagna non sembrava la squadra da battere, ma in pochi erano pronti a scommettere su un’uscita di scena così veloce e perentoria.
Del resto la Spagna si è presentata all’appuntamento iridato dopo che i club di Madrid hanno dominato la stagione. Successo in Champions, in Coppa del Re e in campionato. Con il Siviglia che ha vinto l’Europa League. Il solo Barcellona è rimasto a becco asciutto. Ma il ct Del Bosque ha preferito affidarsi ancora alla vecchia guardia catalana. E anche sulla Spagna bisogna fare tesoro delle dichiarazioni del saggio Mourinho. «È molto facile cambiare, rinnovare, vale per la Nazionale e per i club, quando non si vince. Invece quando vinci è difficile. Quante volte capita che un club è campione, non fa innovazione perché è difficile farlo da un punto di vista emozionale, e poi la stagione seguente va malissimo? In Nazionale penso sia lo stesso».
Pure per Cristiano Ronaldo non è un buon momento. Il Pallone d’Oro si è sgonfiato. Dopo le quattro sberle prese dai tedeschi, ecco l’infortunio in allenamento. Secondo il medico farebbe bene a fermarsi due mesi, altrimenti al sua carriera è a rischio.

Cuadrado e Gervinho
La Serie A continua a fare la sua bella figura mondiale. In Colombia-Costa d’Avorio standing ovation per Cuadrado e Gervinho. Il giocatore viola ha vinto la partita. Il giallorosso è al secondo gol.