Crescono le diseguaglianze. Mai tanti super ricchi in Italia. Nel nostro Paese si contano 400mila milionari. Ma senza politiche redistributive l’economia ristagna

L’ultima conferma arriva dal report annuale della società di consulenza BCG sulla ricchezza globale. Nonostante il Covid la massa monetaria continua ad aumentare nel mondo e l’Italia non fa eccezione, piazzandosi a fine 2019 al nono posto nel pianeta per quantità di ricchezza finanziaria detenuta, con 5,3 mila miliardi di dollari in mano a famiglie e imprese.

Un patrimonio che nei prossimi anni si stima possa crescere ancora tra l’1 e il 3%, restando però concentrato in poche mani. Secondo lo stesso report, i Paperoni italiani milionari sono oggi 400mila, cioè l’1% della popolazione adulta. E se si guarda al segmento degli Ultra High Net Worth, cioè gli individui che detengono un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari di ricchezza finanziaria, in Italia se ne contano 1.700.

RISOLLEVARE IL CETO MEDIO. Un quadro ampiamente conosciuto dalla politica nazionale, che però negli ultimi decenni ha fatto poco e niente per riequilibrare la destinazione delle risorse, con l’unica eccezione di alcuni provvedimenti presi negli ultimi due anni, con i governi a maggioranza Cinque Stelle, a partire dal Reddito di cittadinanza e decreto dignità. Avere tanta ricchezza, soprattutto privata e distribuita iniquamente, mentre le casse pubbliche faticano a garantire servizi essenziali come la salute e il welfare, si sta dimostrando però irrilevante ai fini della crescita economica.

Da una parte le condizioni generali di paura per la pandemia in corso e di sfiducia nella capacità di generare reddito dagli investimenti nella cosiddetta economia reale spingono i capitali verso forme di risparmio gestito e di accumulo finanziario, sottraendoli dunque alla circolazione nel mercato. Dall’altro lato, il progressivo indebolimento del ceto medio ha ristretto la platea dei consumatori, con tutte le conseguenze sul mondo della produzione e dei servizi.

Ci stiamo dunque avvicinando a un bivio, dove o sarà la politica a incaricarsi di redistribuire le risorse monetarie, oppure queste stesse perderanno la capacità di creare valore, rendendo instabile un sistema che non può progredire all’infinito, concentrando nelle mani di pochi la stessa ricchezza di milioni di persone in Italia e di miliardi di persone nel mondo. Un trend di fronte al quale i grandi del pianeta, Draghi compreso, non hanno dato fin qui risposte concrete. Anzi, non hanno dato risposte di alcun tipo.