Da Nord a Sud è emergenza siccità. Le opere però attendono

A causa della siccità sarà impossibile portare a termine i raccolti e garantire così la produzione di cibo.

Da Nord a Sud è emergenza siccità. Le opere però attendono

La morsa del caldo non si allenta sull’Europa. In Italia, 37-38 gradi sono in arrivo in Lombardia ed Emilia Romagna, dove già si segnalano 6-7 gradi di più rispetto alla media di questo stesso periodo. A Milano è a rischio il record di caldo assoluto che resiste dall’11 agosto 2003, quando si segnalarono 39,3 gradi. Con le piogge scarse e le temperature nettamente superiori alla media il problema della siccità è oramai all’ordine del giorno. Senza acqua nei campi è impossibile portare a termine i raccolti e garantire così la produzione di cibo.

A causa della siccità sarà impossibile portare a termine i raccolti e garantire così la produzione di cibo

È quanto afferma la Coldiretti Lombardia – una delle regioni più colpite – in vista dello stop alle erogazioni per l’agricoltura dai laghi lombardi. Così torna al centro del dibattito il tema della corretta gestione delle risorse idriche. Per cercare di risolvere il problema, sono state previste delle misure nel piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Tra gli obiettivi dichiarati, anche la riduzione del water service divide, cioè la differenza nella qualità dei servizi erogati, tra le regioni del sud e il resto del paese. Si tratta di 3,95 miliardi di risorse del Pnrr dedicate alle risorse idriche. Per quanto tali misure rappresentino certamente un passo in avanti importante, non è detto che saranno sufficienti a risolvere tutti i problemi. Anzi.

Come rivela Openpolis, le richieste di finanziamento fin qui pervenute infatti sono molto superiori rispetto alle risorse messe a disposizione. Come se non bastasse se l’innalzamento delle temperature continuerà con questi ritmi – e ci sono tutti i presupposti per ritenere che sia così – i progetti finanziati oggi potrebbero risultare inutili oltre che obsoleti nel giro di qualche anno. Si tratta in tutto di 6 misure, di cui 4 investimenti e 2 riforme.

A queste si può poi aggiungere un altro investimento dedicato alle infrastrutture per il sistema irriguo. Per quanto riguarda gli investimenti economici, il più consistente è quello per le infrastrutture primarie di approvvigionamento, per cui sono stati stanziati 2 miliardi di euro. Questa prima linea di finanziamento mira a mettere in sicurezza l’approvvigionamento per usi civili, agricoli, industriali e ambientali.

L’investimento punta in particolare a concludere le grandi opere rimaste incompiute nelle regioni del mezzogiorno. La seconda misura del Pnrr riguarda invece gli investimenti per la riduzione delle perdite e ambisce a ridurre del 15% le perdite di acqua potabile lungo oltre 15mila chilometri di reti. Per questa misura sono stati stanziati 900 milioni di euro.

La terza misura riguarda invece interventi sulle fognature e sistemi di depurazione. Questo investimento, del valore complessivo di 600 milioni, punta in particolare a raggiungere gli standard europei, in modo anche da chiudere le procedure di infrazione a carico dell’Italia attualmente in corso su questo fronte. Anche in questo caso le richieste sarebbero molto superiori rispetto alle risorse disponibili.

L’ultimo investimento individuato dalla corte riguarda gli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Nella relazione in particolare, sono individuati investimenti specifici per il trattamento dei fanghi delle acque reflue. A questa specifica voce sarebbero assegnati circa 450 milioni.