Da Rocca un piano modesto: sulla sanità nessuna rivoluzione

Il piano di Rocca sulla sanità nel Lazio non è di certo una rivoluzione. Natale Di Cola (Cgil) chiede di investire di più sul personale.

Da Rocca un piano modesto: sulla sanità nessuna rivoluzione

Gli investimenti ci sono, ma molti erano già annunciati. Sia per i nuovi ospedali che per l’adeguamento delle strutture esistenti. A questo si aggiunge una nuova sede per il Policlinico Umberto I, che verrà rivelata solamente nei prossimi mesi. Il piano di investimenti per la sanità presentato dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, sembra essere tutt’altro che rivoluzionario.

Interventi attesi, in sostanza, a cui bisognerà far seguire azioni concrete anche sul fronte del personale. Il piano prevede investimenti per 1 miliardo e 171 milioni, con 37 interventi. Secondo l’ex assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, il 90% di questi interventi era però già stato programmato un anno fa, dalla precedente giunta.

Il piano Rocca sulla sanità: gli investimenti

Tra i punti principali del piano c’è la riapertura dell’ospedale San Giacomo di Roma, così come l’adeguamento antincendio di Asl e ospedali (per una spesa di 375 milioni) e l’adeguamento antisismico (per 335 milioni). Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, spiega a La Notizia che ci sono però altri punti da sottolineare.

Sicuramente gli investimenti annunciati sull’edilizia sanitaria “sono importanti” e fa bene la giunta Rocca a “implementare i piani che già c’erano”, ma ora serve un cronoprogramma “dettagliato”, a partire dagli adeguamenti antincendio e antisismico, “attesi da tanto tempo”.

Di Cola (Cgil): servono investimenti sul personale

In più è fondamentale, secondo Di Cola, che gli investimenti vengano inseriti in un piano sanitario regionale riguardante tutte l’offerta per i cittadini del Lazio: “La manutenzione e le strutture servono, ma ci sono anche altre due gambe – sottolinea il segretario della Cgil del Lazio – da una parte gli investimenti sugli operatori con un piano di assunzioni e dell’altra un forte potenziamento del territorio”.

Riequilibrando il rapporto tra pubblico e privato, considerando che “il Lazio è la prima Regione in Italia per acquisto di prestazioni dai privati”. E poi il problema principale resta quello del personale: “Tra qualche anno ci troveremo con le strutture nuopve, ma non avremo il personale per poter farle funzionare”.

I nuovi ospedali

Oltre agli investimenti è attesa anche la realizzazione di cinque nuovi ospedali. Come ricorda Di Cola, comunque, la loro costruzione era già programmata, “erano progetti delle precedenti amministrazioni”. “Vanno sicuramente nella direzione giusta”, ma non è sufficiente. La Regione, secondo il segretario della Cgil, deve convincere il governo a investire più soldi sulla sanità, scongiurando anche il commissariamento.

Altrimenti “avremo un taglio e una riduzione dei servizi”. L’aspettativa è che Rocca “riesca a ottenere più risorse e scongiurare” questa ipotesi. Su cui, però, non sono ancora arrivate rassicurazioni: ci sarà un nuovo tavolo proprio in questi giorni per approfondire i temi di bilancio.

Sanità nel Lazio, il futuro del Policlinico Umberto I

Altro capitolo importante è quello della nuova sede del Policlinico Umberto I: non è ancora stato deciso dove sarà. Su questo fronte, Di Cola chiede chiarezza: la Regione deve dire se “stiamo parlando di una riqualificazione nell’area in cui insiste, con un nuovo ospedale nelle vicinanze del Policlinico”. Sicuramente è necessario “prima costruire la nuova struttura e poi stabilire il futuro di quella attuale”, evitando intanto di diminuire l’attività svolta oggi, soprattutto in vista del Giubileo.

Il timore della Cgil è che questa operazione porti a “desertificare la sanità di quel quadrante, riducendo l’offerta pubblica”. In sostanza, “se ci fosse un ospedale iper-moderno in quell’area saremmo solo contenti, se invece si decidesse di abbandonare quella sede per spostare l’ospedale in un’altra zona sarebbe un errore”.