Da Socci insulti social a Bergoglio. Bel direttore per la Scuola Rai. Il giornalista al Papa: traditore asservito al potere. Viale Mazzini pronta a prendere provvedimenti

Lo sappiamo tutti: ognuno è libero di manifestare il proprio dissenso e le proprie opinioni come meglio crede. Ci dovrebbe essere, però, un discrimine tra critica e offesa. Specie se si è giornalisti, specie se si insegna giornalismo, specie se lo si fa alla Scuola di giornalismo della Rai. E invece pare proprio che tutti questi problemi non sfiorino neanche Antonio Socci (nella foto), oggi a capo proprio dell’istituto di Perugia che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, a questo punto) formare i futuri giornalisti della Tv pubblica. Pochi giorni fa il direttore Socci ha tuonato su Twitter contro Papa Francesco: “Bergoglio corre in soccorso a Conte e si conferma il solito traditore asservito al potere”.

C’è da dire che non è la prima volta che il giornalista esprime il suo dissenso nei confronti del Pontefice. In questa circostanza, però, Socci ha ben pensato di condire la sua offesa (difficile e un po’ grottesco sostenere che “tradito asservito al potere” sia una mera critica…) col sovranismo, dato che la “colpa” di Bergoglio sarebbe stata quella di prendere le distanze dalla Cei che aveva criticato il governo Conte perché i vescovi avrebbe voluto che si tornasse immediatamente a dir messa, in spregio a qualsiasi esigenza di distanziamento sociale.

SANZIONI ALL’ORIZZONTE. Questa volta, però, a quanto risulta a La Notizia, l’uscita di Socci non ha lasciato indifferenti i piani alti di Viale Mazzini. Innanzitutto perché, visto il periodo emergenziale, il direttore della Scuola avrebbe certamente potuto evitare; in secondo luogo perché attaccare il Papa con offese gratuite non è proprio sintomo di educazione, formazione, buon giornalismo, criteri cioè che si presume vengano insegnati proprio alla Scuola diretta da Socci.

E FOA INTANTO… Non si può dimenticare, dopotutto, che pochi mesi fa aveva già tenuto banco la questione delle opionioni personali espresse da interni Rai sui social network. Era settembre quando il caporedattore di RadioRai Fabio Sanfilippo pubblicava sul proprio profilo di Facebook una dura invettiva contro le politiche di Matteo Salvini, innescando la reazione di tutto il mondo politico. Dopo alcune settimane Sanfilippo venne sospeso per sette giorni dal lavoro e dallo stipendio: la sanzione massima prima del licenziamento. La domanda che in tanti si stanno facendo in queste ore è inevitabile: l’amministratore delegato Fabrizio Salini si attiverà con la stessa solerzia con cui, giustamente, decise di sanzionare Sanfilippo?

Vedremo, considerando che difficilmente parte del Cda lascerà correre. Ovviamente a restare in silenzio è il presidente Rai Marcello Foa che, dopotutto, neanche si è pronunciato sul caso della corrispondente Rai da Pechino Giovanna Botteri, vittima di body shaming da parte di alcuni servizi di Striscia La Notizia. Non ci si pronuncia, a quanto pare, se non è per difendere Salvini e garantire spazio televisivo dopo le conferenza stampa del presidente del Consiglio.