Daspo anche per chi ha noleggiato l’aereo. Aperto un fascicolo dalla procura di Nocera sulla partita farsa tra Salernitana e Nocerina. Già 20 i tifosi che non potranno assistere a manifestazioni sportive



di Marco Castoro

Il questore di Salerno l’ha detto chiaro e tondo: i calciatori della Nocerina hanno subito «una odiosa e scellerata violenza privata e sono stati influenzati da forti intimidazioni a non scendere in campo. Gli ultrà battevano con i pugni sulle fiancate del bus». Il derby tra Salernitana e Nocerina è stato interrotto dopo appena 21 minuti, con i rossoneri che hanno prima effettuato tutte le tre sostituzioni a loro disposizione e poi simulato cinque infortuni, a seguito delle minacce degli ultras. Una farsa. I tesserati della Nocerina ora rischiano l’illecito sportivo mentre il club l’esclusione dal campionato. Gli ultrà si difendono: “Non abbiamo minacciato di morte nessuno, abbiamo chiesto solo un gesto eclatante contro quella che ritenevamo fosse un’ingiustizia” (l’esclusione dagli spalti per motivi di ordine pubblico). Ma per 20 ultrà sono già scattati i Daspo, compreso il noleggiatore dell’aereo che è volato sullo stadio con uno striscione.

La vergogna del calcio italianoLa figuraccia l’hanno fatta tutti. E continuano a farla anche il giorno dopo. A cominciare dal sindaco di Nocera che difende i tifosi in toto senza prendere le distanze dai teppisti che battevano i pugni sulle fiancate del bus della squadra. Per non parlare del direttore sportivo della Nocerina che ha detto che gli infortuni non erano una farsa ma veri, perché i giocatori non hanno potuto effettuare il riscaldamento muscolare. Come se non bastasse il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, che dichiara “sarebbe stato meglio se la società, i giocatori e i tecnici avessero evidenziato di non essere nelle condizioni di giocare”. Come a dire, il problema c’è, ma rimandiamo la soluzione. Tutti comunque compatti nel puntare il dito contro la Lega Pro che ha voluto mettere le due squadre nello stesso girone, nonostante i timori più volte annunciati. A riguardo, però, si è difeso nel migliore dei modi a Radio anch’io, Francesco Ghirelli, il dg della Lega pro: “Pagani, Nocera e Salerno sono tre città molto vicine e realtà terribili. Il derby più pericoloso è Paganese-Nocerina, c’è una sola strada che divide le due città. In Lega Pro abbiamo due gironi, uno al Nord l’altro al Sud, diviso per problemi finanziari. C’è problema concreto che le società non reggono se facciamo sostenere loro trasferimenti lunghi e onerosi. Ma anche togliendo questo elemento, come li dividiamo? Due sarebbero comunque nello stesso girone, sono tre le squadre in competizione”.
Come dargli torto.

Il campionato di scommessopoliDati alla mano le partite della Lega Pro sono le più soggette a imbrogli di vario genere. Su tutti le scommesse gestite dalla criminalità che da Singapore manovrano quote e partite, servendosi dei malavitosi locali, i quali avvicinano i calciatori delle squadre e li ricattano. Oppure li corrompono affinché il risultato sia malleabile in funzione delle puntate.

L’ultrà è un mestiere
L’Italia è il paese della cuccagna per gli ultrà. Mentre in Inghilterra vengono scortati, riempiti di botte e processati per direttissima quando commettono reati, da noi invece possono distruggere i treni, far interrompere le partite (il famoso derby di Roma nel 2004), minacciare i giocatori e i familiari. Come se ciò non bastasse per essere allontanati dagli stadi e puniti con sanzioni pesanti, vengono pure premiati dalle società che li temono, ne subiscono il ricatto e perciò fanno gestire loro i biglietti omaggio, il merchandising, le trasferte organizzate e il servizio d’ordine sugli spalti. E pensare che per individuare i colpevoli dei reati, si è introdotta la tessera del tifoso, servita a poco o niente. Con delle convenzioni poco onorevoli con istituti di credito che ci hanno speculato su. Morale della favola: alla fine vengono punti più i buu razzisti che teppismo e violenza. Per invertire la rotta bisognerebbe togliere la responsabilità oggettiva alle società. Magari così facendo qualche dirigente trova pure il coraggio per denunciare i ricattatori.