Il video di Davigo a DiMartedì: “Nuovo condono? Messaggio devastante”

Piercamillo Davigo ieri a DiMartedì ha spiegato gli effetti del nuovo condono varato dal governo Draghi. Il video dell'intervento da Floris

Il video di Davigo a DiMartedì: “Nuovo condono? Messaggio devastante”

Quello del nuovo condono è un messaggio devastante. Lo ha detto ieri l’ex magistrato Piercamillo Davigo a DiMartedì da Giovanni Floris. Il conduttore ha spiegato che lo Stato non può pignorare la prima casa e nemmeno l’auto utilizzata per andare a lavoro, non può prendere più di un quinto dello stipendio a un debitore, né il conto corrente né il reddito di cittadinanza.

Il video di Davigo a DiMartedì: “Il nuovo condono? Un messaggio devastante”

“Le regole dipendono dalle sensibilità, il punto è che stiamo andando verso una disponibilità di dati che una volta non c’era. Possiamo controllare bollette e possiamo sequestrare acquisti. Se il problema era togliere ingombro all’Agenzia delle Entrate si poteva differire l’esecuzione dei crediti in sofferenza. Il messaggio che viene dato è devastante. Non aver pagato per tempo significa non pagare più”. Durante la trasmissione un cartello ha spiegato che il nuovo condono rappresenterà una perdita di incassi per lo Stato pari a 666 milioni di euro. Regalati a chi non paga.

In più ecco la stima dei costi nascosti dell’evasione fiscale. I 666 milioni di euro valgono quanto un anno di stipendio dei docenti italiani, mentre ogni evasore deve ogni anno 6800 euro a chi paga le tasse. Ogni 100 posti in rianimazione, 12 sono rubati dagli evasori fiscali. Il 78% dei contribuenti italiani ha redditi al di sotto dei 30mila euro. Mario Draghi, in conferenza stampa, ha ammesso che è un condono e ha provato a  ridimensionarne la portata: “è un condono ma di multe di oltre 10 anni fa”. E ancora: “Sarà limitato a una piccola platea, sotto un certo reddito e forse con minore disponibilità economica. Avrà impatti molto molto limitati”. Del resto qualcosa, dice il premier, non ha funzionato se nei magazzini si sono accumulati così tanti atti, ecco perché si rende necessaria una riforma del meccanismo di riscossione.

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