Delitto di Via Poma, l’inchiesta bis verso l’archiviazione

A distanza di 33 anni la morte di Simonetta Cesaroni resta un mistero. Un mese fa la famiglia aveva presentato un nuovo esposto.

Delitto di Via Poma, l’inchiesta bis verso l’archiviazione

La procura di Roma ha chiesto l’archiviazione della nuova indagine sul delitto di via Poma. Il procedimento era stato aperto nel marzo del 2022 e si procedeva per omicidio volontario contro ignoti per il caso, risalente all’agosto del 1990, dell’uccisione di Simonetta Cesaroni, ammazzate a coltellate in un ufficio nella zona di Piazza Mazzini a Roma.

A distanza di 33 anni la morte di Simonetta Cesaroni resta un mistero. Un mese fa la famiglia aveva presentato un nuovo esposto

L’iter si era aperto dopo un esposto presentato dai familiari della vittima, nel quale si chiedeva di verificare gli alibi di alcuni soggetti che erano stati coinvolti anche nelle indagini degli scorsi anni. Durante l’indagine sono stati ascoltati circa venti testimoni e sono stati analizzati anche gli atti dei diversi processi sul caso di via Poma che si sono susseguiti dall’omicidio del 1990 a oggi. Dopo tutti questi accertamenti, però, secondo la procura non sarebbero emersi elementi utili a riaprire il caso e per questa ragione è stata formulata la richiesta di archiviazione.

Circa un mese fa i familiari di Simonetta Cesaroni hanno presentato un nuovo esposto per chiedere altre verifiche ai pm sull’omicidio di via Poma. Il legale della famiglia, Federica Mondani, ha annunciato di aver depositato l’esposto il 16 novembre con “delle informazioni molto rilevanti, per le quali la procura avrebbe dovuto procedere subito ad accertamenti nell’immediatezza”.

La famiglia di Simonetta non si arrende, presenterà un nuovo esposto

“Il 16 novembre scorso abbiamo depositato un ulteriore esposto con delle informazioni molto rilevanti – afferma la penalista – per le quali la procura avrebbe dovuto procedere subito ad accertamenti nell’immediatezza”. L’esposto è stato presentato nuovamente e invita gli inquirenti a ripercorrere tutto l’iter investigativo finora effettuato, ponendo l’attenzione anche sul suicidio di Pietrino Vanacore, il portiere dello stabile, che venne indagato e arrestato, poco tempo dopo l’omicidio ma la cui posizione venne poi archiviata.