Il video di Alessandro Di Battista a DiMartedì: “Il governo Draghi è un assembramento pericoloso”

Alessandro Di Battista ieri a DiMartedì da Giovanni Floris ha parlato del governo Draghi: "È un assembramento pericoloso"

Il video di Alessandro Di Battista a DiMartedì: “Il governo Draghi è un assembramento pericoloso”

Alessandro Di Battista ieri a DiMartedì da Giovanni Floris ha parlato del governo Draghi: “Questo governo è un assembramento pericoloso per gestire i quattrini del Recovery plan, è una cosa indecorosa. I politici non esistono più, fanno gli opinionisti come nel caso Fedez. Sono pagati per fare le leggi e risolvere i problemi”. E ha annunciato che sta scrivendo un libro sull’argomento.

Il video di Alessandro Di Battista a DiMartedì: “Il governo Draghi è un assembramento pericoloso”

Il libro di Alessandro Di Battista parlerà proprio del governo Draghi che è un esecutivo “con tutti dentro” e per questo lui non ci crede. “Critico la Lega e ho fatto una denuncia sui voli della Casellati, seconda carica dello Stato, e sarebbe bene seguirla perché ritengo che la seconda carica dello Stato se avesse utilizzato un aereo di Stato per andare in vacanza dovrebbe dimettersi”.

Poi Di Battista ha criticato il MoVimento 5 Stelle: “Il MoCimento 5 Stelle non fa bene a rimanere dentro a questo governo. Il fatto stesso che io sia uscito dal MoVimento 5 Stelle perché hanno sostenuto questo governo, palesa quello che io penso di questo assembramento pericoloso al governo. Perché in nessun Paese al mondo partiti così dissimili si son messi insieme per tentare di gestire i quattrini del Recovery plan. Per me è una cosa indecorosa. Ormai i politici non ci stanno più, ormai fanno gli opinionisti, guarda il caso Fedez”.

Cosa aveva scritto Di Battista sul caso Fedez? Ne aveva parlato su Facebook: “Tutti ad esprimere solidarietà a Fedez. Bene, ma la solidarietà non è sufficiente e diventa pelosa se ad esprimerla è la stessa classe politica (più o meno tutta) che da anni ha lottizzato la televisione pubblica. Devono saltare le teste dei dirigenti RAI che hanno provato a censurare. Devono perdere lo stipendio. Non c’è altra soluzione. Così se un domani altri dirigenti della televisione pubblica (magari piazzati da qualcun altro) dovessero avere la malaugurata idea di purgare, inquisire o epurare, beh, ci penserebbero due volte”.

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