Dopo mesi di sostanziale stabilità, a settembre il tasso di disoccupazione torna a crescere, toccando il 6,1% (+0,1 punti su base mensile). È quanto emerge dai dati diffusi oggi dall’Istat, secondo cui l’aumento riguarda soprattutto gli uomini, i giovani tra i 15 e i 34 anni e chi ha più di 50 anni. Ancora più allarmante è il dato relativo alla disoccupazione giovanile, che sale al 20,6%, con un incremento di quasi un punto percentuale rispetto ad agosto.
Il rapporto dell’Istituto nazionale di statistica mostra un quadro complesso: crescono gli occupati (+0,3%, pari a +67mila unità) e diminuiscono gli inattivi (-0,8%, pari a -99mila persone), ma si amplia la platea di chi cerca lavoro (+2%, +31mila unità). Il tasso di occupazione si attesta al 62,7%, segnando un lieve progresso (+0,2 punti), ma non sufficiente a bilanciare l’aumento dei disoccupati.
L’incremento dell’occupazione interessa in particolare le donne e i dipendenti permanenti, mentre risultano in calo i lavoratori a termine e gli occupati nella fascia 35-49 anni. Gli autonomi restano invece sostanzialmente stabili.
Nel confronto annuale, settembre 2025 conta 176mila occupati in più rispetto allo stesso mese del 2024 (+0,7%), ma anche 16mila persone in più in cerca di lavoro (+1%). Parallelamente, scende il numero degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,3%, pari a -167mila unità), con un tasso di inattività al 33,1%.
Il quadro che emerge fotografa un Paese dove il mercato del lavoro mostra segnali di vitalità, ma non riesce ancora a rispondere alle esigenze delle nuove generazioni, le più penalizzate dall’incertezza economica e dalla difficoltà di inserimento stabile.