Dopo la scuola c’è la strada. Il bullismo ora minaccia Roma. Baby gang manda un minorenne all’ospedale. Il motivo dell’aggressione: non vestiva bene

I professori derisi e minacciati in classe che nelle ultime settimane hanno riempito con i loro filmati social network e web sono nulla rispetto al bullismo che dilaga nelle strade. Il problema non è nuovo e può cogliere di sorpresa solo chi si ostina a non vederlo, ma dalle baby gang che controllano interi quartieri nelle grandi metropoli americane fino alle missioni punitive che si trasformano in omicidi nella civilissima Londra, la prepotenza mista a squadrismo di vere e proprie bande di giovanissimi è diventata un incubo anche per l’ordine pubblico. Il fenomeno partito dalle periferie si sta infatti allargando ai centri urbani, pure in Italia, dove a Roma nella centralissima piazza delle Muse – quartiere Parioli – è esploso in una violenta aggressione ai danni di un minore finito in gravissime condizioni all’ospedale.

Quindici contro uno – I fatti, risalenti a fine ottobre dell’anno scorso, sono diventati di dominio pubblico ieri, con l’arresto da parte dei carabinieri di un giovane accusato dal tribunale dei minorenni di Roma di aver procurato lesioni gravissime a un coetaneo, dopo averlo accerchiato insieme ad un nutrito gruppo di ragazzi che lo spalleggiavano. La vittima, che abita nella zona dell’aggressione, non aveva nulla a che vedere con i suoi assalitori, tutti arrivati da tutt’altra parte della Capitale, e nei quali è scattata la molla di una violenza gratuita, scatenata dal più futile dei motivi, per non parlare di un pretesto: l’abbigliamento indossato dal bersaglio che avevano puntato. I Carabinieri della Compagnia Parioli sono riusciti ad individuare l’aggressore al termine di un’accurata attività investigativa che ha consentito di ricostruire chiaramente quanto accaduto: il giovane arrestato prima ha iniziato a offendere proprio per l’abbigliamento la sua vittima e poi ha iniziato a colpire la vittima con una tale rabbia da renderne necessario il ricovero in ospedale e un intervento chirurgico per ridurre le diverse fratture riportate, con una prognosi che ha superato i 50 giorni.

Non chiudere gli occhi – Raccapriccianti i dettagli: il bullo minorenne dopo aver tramortito il coetaneo ha preso a intimare al malcapitato di chiedere scusa per essersi vestito come non avrebbe dovuto (non si sa perché) e nel frattempo lo ha colpito ancora sul volto con una testata e altri pugni, cagionandogli così le fratture al volto. Una violenza che può ricordare l’orrore di “Arancia meccanica”, dove la vittima accerchiata non aveva scampo dalla forza intimidatrice del gruppo. Ora l’arrestato si trova in una comunità di recupero per persone con problemi di vario genere, come disposto dall’Autorità giudiziaria, ma circoscrivere il fatto al singolo episodio di una sera di follia ai Parioli è a questo punto un errore gravissimo, simile a voler mettere la testa sotto la sabbia per non vedere il passaggio del principio di autorità da figure come la famiglia, la scuola o lo Stato direttamente al branco e alle leggi di una giungla metropolitana dove vince la legge di chi è anche psicologicamente più forte.