Draghi al Quirinale da Mattarella, il premier si è dimesso: cosa succede ora

Draghi al Quirinale da Mattarella: il premier ha deciso di rassegnare le dimissioni e lasciare il suo ruolo politico.

Draghi al Quirinale da Mattarella, il premier si è dimesso: cosa succede ora

Draghi al Quirinale da Mattarella: il premier ha deciso di rassegnare le dimissioni e lasciare il suo ruolo politico. Quali saranno le prossime mosse del presidente della Repubblica.

Draghi al Quirinale da Mattarella, il premier si è dimesso: cosa succede ora

Al Senato, Draghi ha ottenuto la fiducia con appena 95 voti favorevoli. La votazione, seppur burocraticamente valida, ha inviato al premier un segnale politico estremamente forte e chiaro. Al momento, infatti, l’esecutivo può contare sull’appoggio di soltanto uno dei quattro partiti che compongono la maggioranza. Per questo motivo, prendendo atto della maggioranza ormai sfarinata e nella consapevolezza che il patto di fiducia si sia infranto in modo definitivo, l’economista ha deciso di rassegnare le dimissioni. Pochi minuti dopo l’inizio della riunione alla Camera, infatti, Mario Draghi ha annunciato la volontà di recarsi al Quirinale e dimettersi, portando alla sospensione della seduta a Montecitorio la cui ripresa è stata fissata per le ore 12:00 di giovedì 21 luglio.

Quelle del premier sono ormai dimissioni irrevocabili dopo il fallimento del piano di Mattarella che aveva rimandato l’ex governatore della Bce a riferire alla Camere per verificare i numeri della fiducia. È lecito suppore, quindi, che l’ipotesi di un Draghi Bis sia ormai naufragata che il presidente della Repubblica sia ormai prossimo a chiudere la legislatura a luglio, nonostante l’agenda di Governo ancora molto lunga e con lo sguardo dell’intera Europa puntati sul Paese. Proprio per questo, Mattarella aveva tentato in ogni modo di evitare uno scenario analogo.

Verso le elezioni anticipate

Dopo le richieste di Lega e Forza Italia che aveva dichiarato di essere pronte a sostenere un Governo senza Movimento 5 Stelle e la votazione della risoluzione Casini che, al contrario di quella Calderoli, non lascia spazio a discussioni, la via del “nuovo patto di maggioranza” è sfumato.

Nella giornata di mercoledì 20 luglio, il presidente della Repubblica ha sentito i partiti, ha preso atto delle singole posizioni e non ha fatto pressioni per convincere i gruppi politici a percorrere strade diverse.

È questo, quindi, il modo in cui giunge al termine la travagliata XVIII legislatura cominciata nel 2018. Si attende, di conseguenza, che Mattarella annunci in modo ufficiale lo scioglimento delle Camere, dopo aver incontrato i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati. In seguito allo scioglimento delle Camere, si procederà con le elezioni anticipate che presumibilmente si terranno tra fine settembre e ottobre.