Draghi come Battisti, silurata la Garante dei detenuti di Ivrea. In un post su Facebook ha paragonato il premier all’ex terrorista ergastolano

La Garante dei detenuti di Ivrea, Paola Perinetto, ha paragonato su Facebook il premier Draghi all'ex terrorista Cesare Battisti.

Draghi come Battisti, silurata la Garante dei detenuti di Ivrea. In un post su Facebook ha paragonato il premier all’ex terrorista ergastolano

“Nella foto possiamo osservare un caso di estrema somiglianza. Uno è un criminale senza scrupoli. L’altro è Cesare Battisti”. Questo il post shock, accompagnato da un fotomontaggio che ritrae il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, a fianco dell’ex terrorista già condannato all’ergastolo per 4 omicidi, comparso sulla pagina social della garante per i detenuti di Ivrea, Paola Perinetto. Parole che hanno sollevato veementi polemiche a cui la donna sperava di sottrarsi eliminando il post.

Peccato che il web non fa sconti e lo screenshot dell’accaduto ha continuato a circolare, tanto che il sindaco Stefano Sertoli ha avviato le procedure per rimuovere la donna dall’incarico. A darne notizia è lo stesso primo cittadino di Ivrea che ha rivelato: “Sono esterrefatto che una persona con incarichi istituzionali possa lasciarsi andare a tale pensiero e a pubblicarlo sui social. Stasera abbiamo convocato una capigruppo urgente. Lunedì l’ultima parola spetterà al Consiglio comunale”. Una riunione dall’esito scontato visto che la maggioranza è del Pd, i cui esponenti si sono già detti a favore della rimozione.

LA POLEMICA. Provvedimento che viene auspicato dal garante nazionale per i detenuti, Mauro Palma, convinto che “il parallelo da lei proposto o le valutazioni espresse nel post sono inqualificabili” e per questo “è necessario che si stabiliscano delle linee omogenee affinché i garanti localmente designati rispondano a criteri di indipendenza e professionalità”. Per Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone per i diritti e le garanzie nel sistema penale, “non è questa la vocazione pedagogica e la cultura giuridica e umana che dovrebbero avere coloro che rivestono incarichi istituzionali in materia di diritti umani. Va recuperato a tutti i livelli un linguaggio rispettoso degli altri e un senso di solidarietà sociale che manca in chi decide di non vaccinarsi”.

IL PERSONAGGIO. La Perinetto non è la prima volta che incappa in polemiche per i suoi post. Scorrendo la sua pagina Facebook si scopre che la donna non ha mai nascosto le proprie posizioni No Green Pass e ha mosso spesso critiche, soprattutto negli ultimi tempi, all’operato del governo che ha reso obbligatorio il certificato verde. Una posizione che l’ha portata a sostenere la protesta dei portuali a Trieste al punto di arrivare a contestare l’intervento della polizia per liberare il varco 4 come “la Tiennanmen italiana”.

Avversione verso il Green Pass che ha ribadito anche nel post di martedì in cui ha pubblicato il manifesto della protesta di piazza San Giovanni a Roma, contro “il governo illegittimo ed abusivo” di mercoledì scorso, accompagnato dalla frase: “Tutti a Roma”. In un video, postato sui propri social e relativo alle proteste al porto di Trieste, la stessa afferma: “Dicono che i manifestanti tiravano oggetti contro la polizia. Nessuno ha tirato niente, io ero lì”. L’11 ottobre scorso lanciava un altro appello, sempre contro l’obbligatorietà del certificato verde, scrivendo: “Riusciamo a farci sentire bloccando l’Italia? Vale la pena fare qualche sacrificio”.