Durigon spara sulla Raggi. A salve. Il leghista dà lezione di buon governo alla sindaca. Ma dimentica il Comune di Foggia, sciolto per mafia

Durigon sembra proprio che non ne azzecchi una. Nella foga di attaccare la Raggi l’ex esponente dell’Ugl ne ha fatta un’altra.

Durigon spara sulla Raggi. A salve. Il leghista dà lezione di buon governo alla sindaca. Ma dimentica il Comune di Foggia, sciolto per mafia

Durigon sembra proprio che non ne azzecchi una. Dopo lo scivolone ad agosto a Latina (leggi l’articolo) che gli è costato il posto da sottosegretario all’economia e finanze (leggi l’articolo), quando indicò come una priorità del centrodestra intitolare il parco pubblico ad Arnaldo Mussolini cancellando i nomi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e dopo essersi vantato che chi si occupava delle indagini sui 49 milioni di euro oggetto della truffa ai danni dello Stato da parte del Carroccio era un ufficiale scelto dalla stessa Lega, nella foga di attaccare la sindaca pentastellata Virginia Raggi l’ex esponente dell’Ugl ne ha fatta un’altra.

“In tutta Italia i Comuni amministrati dalla Lega sono simbolo di efficienza e buongoverno. Dopo 5 anni di disastri firmati Raggi Roma deve tornare ad essere amministrata. Noi siamo pronti”, ha dichiarato. Tra tutti quei Comuni “simbolo di efficienza e buongoverno”, Claudio Durigon si è però dimenticato Foggia, sciolto per mafia. Tutti sindaci competenti e senza macchia quelli del Carroccio, stando al proclama del numero uno della Lega nel Lazio e padre di Quota 100. Ma appunto glissando su Foggia. Da quasi 30 anni in Puglia non veniva sciolto per infiltrazioni mafiose un consiglio comunale di un capoluogo di provincia e l’unico precedente 28 anni fa è stato quello di Trani. Pochi tra l’altro, rispetto ad altre regioni, i commissariamenti per mafia nel tacco d’Italia.

Ma i commissari sono stati inviati proprio a Foggia l’estate scorsa, un mese dopo l’arresto del sindaco leghista Franco Landella e come deciso dal Governo Draghi di cui lo stesso Durigon era parte. La commissione d’accesso inviata nel tavoliere dal Viminale ha accertato “concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata”. Altro che buongoverno. E tutto in una città in cui il primo cittadino era pure un fedelissimo del Capitano. “Dalle indagini conseguenti ai fatti corruttivi – ha precisato la commissione – traspare un quadro inquietante della realtà amministrativa dell’Ente, che attesta uno sviamento del munus pubblico in favore degli interessi della criminalità organizzata”. Durigon fa finta di niente e per attaccare la Raggi assicura che “in tutta Italia i Comuni amministrati dalla Lega sono simbolo di efficienza e buongoverno”. “Amministrazione Lega nei Comuni – ha pure aggiunto, con un fotomontaggio della sindaca sopra una montagna di rifiuti – garanzia di buongoverno”.