L'Editoriale

Che bufala il Paese in ripresa

Qualcuno avvisi i trombettieri del governo che è grottesco il loro straparlare in tv e sui giornali di record dell’occupazione o del Paese che cresce sopra le attese.

Che bufala il Paese in ripresa

Qualcuno avvisi i trombettieri del governo che il diavolo sta nei dettagli, ed è grottesco il loro straparlare in tv e sui giornali di record dell’occupazione o del Paese che cresce sopra le attese. L’incremento dei posti di lavoro con cui si riempiono la bocca conteggia i contratti sottopagati e anche di un solo giorno, mentre il dato di ieri sul Pil dell’ultimo trimestre, pur leggermente migliore del previsto, fissa la ricchezza prodotta in tutto l’anno scorso a 0,7% contro il 3,7% del 2022 e l’8,3 del 2021.

La premier spiega questa flessione con la storiella del gatto morto, cioè di un corpo inerte che rimbalza comunque se fatto cadere dall’alto, intendendo così che dopo la frenata del Covid era facile ripartire finché la guerra in Ucraina ha bloccato tutto. Un alibi che non regge se solo guardiamo il Pil 2023 della Spagna (+2,5%) o i dati forniti sempre ieri dall’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori. La nostra edilizia l’anno scorso è crollata del 7,4% e il settore delle manutenzioni addirittura del 27%.

Dopo il gatto morto, insomma, la Meloni può pure evocare il gatto nero, ma questi numeri disastrosi sono un evidente effetto dello stop al Superbonus sulle ristrutturazioni. Una misura di politica economica espansiva che è stata sacrificata ai principi dell’austerity, inginocchiandosi ai conti pubblici e ai mercati invece che al benessere dei cittadini. Così chi aveva promesso all’Europa che finiva la pacchia è diventato il sicario di quel poco che funzionava in Italia, per la felicità di euroburocrati e salotti finanziari.