L'Editoriale

Se Giorgia ed Elly pari sono

Rischiamo una catastrofe nucleare per gli interessi privati di un sistema che però controlla i mercati.

Se Giorgia ed Elly pari sono

Non passa giorno senza che l’ottusa strategia americana sul controllo del mondo perda qualche colpo. Ieri la presenza a Mosca del presidente cinese Xi Jinping ha saldato l’asse con la Russia, mentre in Europa continuavamo a svenarci con nuovi aiuti a Kiev per due miliardi e la Casa Bianca doveva premere su Zelensky per bloccare qualunque apertura sulla tregua proposta da Pechino.

Dunque, la guerra a casa nostra, con l’energia per cui noi paghiamo un occhio, inviando in Ucraina le nostre armi e i nostri soldi, è in stallo perché così sta bene agli Usa, dall’altra parte del pianeta, dove a questo punto è difficile capire che altro vogliano oltre alla caduta di Putin e a un conflitto qualsiasi per far crescere la loro economia a scapito nostro, confermando in questo modo Biden presidente.

Rischiamo una catastrofe nucleare, insomma, per gli interessi privati di un sistema che però controlla i mercati, e può mettere in crisi facilmente gli alleati che non obbediscono. Un rischio che la sedicente sovranista Meloni non ha nessuna intenzione di correre, e nonostante un tempo denunciasse le interferenze della Nato negli equilibri geopolitici, adesso non pensa ad altro che ad armare l’Ucraina, come vogliono Washington e i suoi satelliti, da Bruxelles alla Schlein.

Unici a fare opposizione, qui in Italia, sono Conte e Fratoianni, che però vengono largamente silenziati da un sistema mediatico così bugiardo da raccontare che i veri duellanti sulla scena politica sono Giorgia ed Elly, mentre sulla guerra, guarda caso, sono la stessa cosa.