Per capire a che punto è la notte del pensiero liberale, e quanto siamo prigionieri di ideologie e tifoserie, si può assistere senza piangere alle scaramucce intorno all’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Parlamento italiano.
Zelensky al Parlamento italiano
Sull’iniziativa sono schierate tre posizioni: gli amici della Nato che applaudiranno qualunque cosa dirà, i filo-russi di tipo alfa che ieri le hanno pensate tutte per finire in mondovisione contestandolo in diretta, e quelli del gruppo beta che diserteranno.
Su Zelensky e di come sbagli di grosso chi pensa che sia lui l’ostacolo alla pace, abbiamo già scritto abbondantemente. È il popolo ucraino che sta combattendo contro uno degli eserciti più potenti del mondo ad aver scelto questo presidente e non quest’ultimo ad essersi imposto contro il sentimento di indipendenza da Mosca.
Per questo se Zelensky dovesse essere catturato o ucciso non cambierebbe nulla nell’attuale conflitto, e anzi i civili e i militari che si oppongono all’invasione avrebbero un altro martire da vendicare.
Ascoltare Zelensky è un dovere
Dunque ascoltarlo, pur se tornerà a chiedere armi e azioni militari che non ha senso accordare, è doveroso, se non altro per cominciare a capire come si può uscire da un groviglio dove nessuno può vincere, ma tutti abbiamo già perso abbastanza.
Solo con un accordo tra Putin e Zelensky, infatti, si potranno gettare le basi per una pace, per quanto fragile. Diversamente – se anche i russi occupassero l’intero territorio ucraino casa per casa – la guerra coverebbe sotto la cenere, e con questa il terrorismo e un’instabilità dell’area che continuerà a presentarci il conto.