Eritrea respinge le accuse di guerra dell’Etiopia: “Un provocatorio tintinnio di sciabole”

Asmara definisce “una farsa ingannevole” la denuncia di Addis Abeba all’Onu e nega ogni collusione con i ribelli del Tigray

Eritrea respinge le accuse di guerra dell’Etiopia: “Un provocatorio tintinnio di sciabole”

L’Eritrea ha respinto con fermezza le accuse dell’Etiopia di stare preparando una guerra, bollando come “provocatorio tintinnio di sciabole” le parole di Addis Abeba. L’episodio segna un nuovo capitolo nella fragile relazione tra i due Paesi confinanti del Corno d’Africa, tornata tesa a oltre trent’anni dall’indipendenza di Asmara.

A innescare la scintilla è stata una lettera inviata dal ministero degli Esteri etiope al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in cui l’Eritrea viene accusata di “collusione con una fazione intransigente del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf)” per “fare la guerra”. Secondo Addis Abeba, Asmara e il Tplf avrebbero “finanziato, mobilitato e diretto gruppi armati” nella regione etiope di Amhara, teatro da anni di scontri tra le forze federali e ribelli locali.

La replica di Asmara: “Accuse infondate e propaganda”

La risposta di Asmara non si è fatta attendere. Il ministro dell’Informazione eritreo, Yemane Ghebremeskel, ha definito la lettera “una farsa ingannevole” e ha accusato il governo etiope di condurre “una campagna di propaganda volta a fomentare ambizioni irredentiste”. Per il governo eritreo, si tratta di accuse prive di fondamento e dettate dalla volontà di “distrarre l’opinione pubblica dalle difficoltà interne dell’Etiopia”.

Le relazioni tra i due Paesi, già complesse, si erano temporaneamente riavvicinate durante la guerra nel Tigray tra il 2020 e il 2022, quando le truppe eritree avevano sostenuto le forze federali etiopi. Quel conflitto, che secondo le stime dell’Unione Africana avrebbe causato oltre 600.000 morti, si è concluso con un cessate il fuoco fragile e una pace mai del tutto consolidata.

Un equilibrio sempre più precario

Dalla fine della guerra, i rapporti sono tornati a essere gelidi. Asmara accusa Addis Abeba di mire territoriali e di voler ottenere l’accesso al porto di Assab, sul Mar Rosso, nel sud-est dell’Eritrea — uno sbocco strategico sul mare di cui l’Etiopia, Paese senza accesso diretto alle acque, è priva dal 1993, anno dell’indipendenza eritrea.

Le tensioni diplomatiche tra Eritrea ed Etiopia rischiano ora di alimentare ulteriori instabilità in una regione già fragile, dove persistono crisi interne, movimenti armati e rivalità etniche. Per ora, Asmara ribadisce di non avere “nessuna intenzione aggressiva” e accusa l’Etiopia di voler “creare un pretesto per giustificare un nuovo intervento militare nel nord del Paese”.

Mentre l’Onu valuta la denuncia etiope, il Corno d’Africa si trova di nuovo di fronte al rischio di un’escalation. Un equilibrio precario, sospeso tra accuse reciproche, vecchie ferite e nuove ambizioni geopolitiche.