Errori e gaffe nel concorso Rai per i giornalisti. Domande e risposte sbagliate, curricula visti pure se non c’erano

di Marco Castoro

Prima prova della selezione interna per i giornalisti 2013 tutta da rifare. Per dirla alla Bartali. Errori nelle domande e nelle risposte, caos, gaffe e quant’altro in un test, la cui comunicazione è stata inviata appena cinque giorni prima della prova stessa. In barba a chi avrebbe voluto studiare prima di cimentarsi. Alla selezione hanno partecipato circa 180 giornalisti professionisti. Dal bando erano ammessi solo quelli utilizzati dal 1° gennaio del 2008 in poi, con un rapporto di lavoro a tempo determinato o indeterminato, oppure con un rapporto di lavoro autonomo e di collaborazione. In pratica pure quei giornalisti professionisti sfruttati dalla Rai come aiuto regista, autore testi, programmista e compagnia bella. Ma veniamo alle chicche della giornata. La prima la regala Marcello Sorgi, presidente della commissione d’esame che ha salutato i candidati facendo loro i complimenti perché “ho visto i vostri curriculum”. A parte il latino italianizzato, la gaffe vera e propria sta nel fatto che questi curricula non sono stati mai presentati alla commissione, visto che non erano tra i requisiti. A meno che Sorgi e gli altri esaminatori ne abbiamo visti alcuni di straforo. Delle 40 domande a cui bisognava rispondere in altrettanti minuti due sono state invalidate perché viziate da errori. In una addirittura c’era uno strafalcione clamoroso: Odeon, lo storico programma di Brando Giordani ed Emilio Ravel, anziché 1976 era stato datato 1986. La prova comunque è finita nel caos. Proteste, polemiche e una coda giudiziaria. Sicuramente qualcuno dei candidati farà ricorso al Tar chiedendo l’annullamento di un concorso che a prima vista ha molte possibilità per essere invalidato. Tra l’altro quello che sorprende è il fatto che la Rai abbia affidato alla Praxi la selezione dei giornalisti da assumere. Sorpresa però ben spiegabile col fatto che qualsiasi contenzioso, che riguarderà i vincitori, la tv di Stato potrà scaricarlo sulla Praxi. Così come le eventuali raccomandazioni.

Morandi rilancia pure Telese
Anche la seconda serata del concerto di Gianni Morandi all’Arena di Verona, trasmesso da Canale 5, ha fatto il pieno di ascolti: 6.428.000 telespettatori, per uno share del 22,81% e nella seconda parte (dalle 22 e 42) 5.393.000 col 25,01%. Sull’onda della prima serata trionfale è andato benissimo anche il Matrix di Luca Telese che ha battuto Porta a Porta, registrando in valore assoluto di 971.000 telespettatori di media per uno share del 12,43%. Nella prima serata di martedì Morandi ha nettamente battuto la fiction di Raiuno e Ballarò. In leggera ripresa Linea gialla con Salvo Sottile su La7, ormai vicinissimo al 3% di share.

Domenica In, Mara Venier tira la volata a Tavanti
Cambio della guardia in vista nel programma domenicale di Raiuno. Si parla di un avvicendamento del regista Giuseppe Bucolo, diventato il capro espiatorio degli inconvenienti delle prime due puntate, non certo baciate dagli ascolti. Roberto Croce o Simonetta Tavanti il possibile sostituto. Mara Venier tifa per la seconda che conosce bene.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Buonasera, sono una candidata delusa dal concorso Rai per interni.
Le chiedo scusa se non uso il mio nome, ma temo qualsiasi tipo di eventuale ripercussione, vista la “pulizia” che circola in azienda e preferisco non lasciare traccia palese del mio dissenso nel mio PC (sono in azienda).
Prima di ogni altra cosa: grazie per aver messo in luce alcuni lati oscuri del concorso.
Mi permetto di scriverLe perchè mi piacerebbe aggiungere alcuni dettagli che, secondo me, arricchiscono il quadro.
Non voglio né attaccare il settore delle selezioni (anche se lo meriterebbe, vista l’orrenda scelta di delegare la preparazione delle prove alla PRAXI e di non coinvolgere l’ Ordine…) né sminuire i “promossi”, ma mi piacerebbe far sapere che, a mio giudizio, il questionario somministrato NON era affatto uno strumento per testare la professionalità e la preparazione di un giornalista.
Tolte le domande di cultura generale (G8, G20, Ben Ali, 1°referendum in Italia, divisione della Germania, Nobel per la Pace…), quelle ritenute “attinenti alla professione” erano di mero nozionismo in alcuni casi o “una carta del Trivial Pusuit”, in altri.
Facciamo un passo indietro: prima esce il bando vago e senza un programma, con indicazioni generiche e senza indicazione dei criteri di giudizio…
Poi, di giovedì, arriva la convocazione per il questionario che si sarebbe tenuto di martedì.
Esce fuori che titoli, laurea, master & Co. non avrebbero dato alcun punteggio… Strano: poco prima si assumono 35 neo-diplomati dalla scuola di Perugia, senza neanche un piccolo test, e poi, tutto ad un tratto, le scuole di giornalismo non sono più una garanzia di preparazione?
E poi, il grande giorno, il culmine: le domande!

Le lascio alcuni esempi:
-Di TUTTA la deontologia (inutile ricordare le tantissime carte da rispettare – di cui una è anche legge: il codice deontologico che è l’allegato A della legge sulla privacy – e il valore di ciascuna, a partire da quella di Treviso…), è stato chiesto chi avesse inventato la PAROLA deontologia.
Non è più importante saper scegliere quali immagini mostrare o meno?

-Di TUTTA la STORIA DEL GIORNALISMO (centinaia di dati, date, fatti e direttori da sapere circa la storia dei quotidiani, della radio, della tv e dell’avvento del digitale…) hanno chiesto chi fosse Bodoni, il programma che avete già citato e il regista di sceneggiati Rai.

-Delle leggi del sistema radio-televisivo (ovviamente non contano la riforma della Rai, il decreto-Berlu, le leggi Mammì, Maccanico, Gasparri, il disegno di Genitiloni…) hanno chiesto la natura del codice etico interno alla Rai…

-Di storia e tecnica RADIO, cosa fosse un certo Radio-service

-L’avvento del colore in Rai: non la scelta tra anni ragionevolmente distanti tra loro, cosa che avrebbe indicato la capacità di orientarsi nel tempo, ma la scelta tra ‘ 76-‘ 77-‘ 78… questo identifica un buon giornalista??

Non vado avanti…
Le ho raccontato tutto questo per sottolineare che anche senza gaffes o errori, quello a cui siamo stati sottoposti non sarebbe stato comunque un test sensato, equo o coerente con la ricerca di professionalità.

Prima di entrare, tutti noi candidati abbiamo pensato “la grande occasione”. Poi, lette le domande, “il bagno di verità”: non era una prova per testare le competenze, ma un nozionismo da quiz show.

Grazie per l’attenzione e perdoni l’invadenza.
Apprezzo il Suo lavoro e La ringrazio per le Sue battaglie.

Cordialmente
Delusa Rai