Uno sciopero per il futuro, quantomai incerto, dell’ex Ilva. La mobilitazione contro il piano del governo è iniziata con l’assemblea dei lavoratori di Genova, che hanno anche occupato lo stabilimento. Ieri notte hanno deciso di dormire in strada, nella zona dell’ex Ilva, e oggi le mobilitazioni proseguono anche a Taranto. Intanto la richiesta dei sindacati al governo è quella di cambiare rotta, togliendo “la guida di mano” al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Ex Ilva, i sindacati contro Urso: “Meloni gli tolga il dossier”
Per il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, Urso “rischia di portare a schiantare l’ex Ilva e l’industria di questo Paese”. Ma finora le richieste delle sigle di un intervento diretto della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sono cadute nel vuoto. Dopo la rottura del tavolo a Palazzo Chigi di martedì, a Genova lo sciopero ha portato all’occupazione dello stabilimento e alla mobilitazione contro il piano del governo “che prevede l’aumento della cassa integrazione straordinaria fino a 6mila unità”.
A Genova, secondo i sindacati, sono a rischio mille posti di lavoro. Intanto i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia ribadiscono che non è previsto un aumento della Cig, che è stato invece sostituito dalla formazione dei dipendenti. Non basta però a rassicurare i lavoratori, con l’annuncio della decisione dei manifestanti di dormire in strada per continuare la mobilitazione. Intanto anche la sindaca di Genova, Silvia Salis, ha inviato una lettera a Urso chiedendo con urgenza la convocazione di un tavolo sulla vertenza ex Ilva.