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Fiasco Rai firmato Pino Insegno. Il mercante in fiera vende il flop delle destre

Ascolti a picco per Il mercante in fiera. Insegno su Rai2 è passato dal 3,4% del debutto all'1,9% della terza puntata.

Pubblicato il 28 Settembre 202328 Settembre 2023 - Aggiornato il 28 Settembre 2023 alle 18:09 di Giulio Cavalli
Fiasco Rai firmato Pino Insegno. Il mercante in fiera vende il flop delle destre

Ha trascorso gli ultimi mesi lamentandosi di una dittatura ostile che l’avrebbe escluso dalla televisione. Poi quando finalmente ha ottenuto la sua trasmissione in Rai (con l’amica Giorgia Meloni al governo) si scopre che a non guardarlo sono i telespettatori, mica i dirigenti. Lunedì 25 settembre Pino Insegno ha debuttato con la sua trasmissione Il mercante in fiera in fascia preserale su Rai2.

Ascolti a picco per Il mercante in fiera. Insegno su Rai2 è passato dal 3,4% del debutto all’1,9% della terza puntata

Il risultato è stato da brividi: il 3.4% e una media di 638mila spettatori, superato anche da Via dei Matti N. 0 con Stefano Bollani e Valentina Cenni che, su Rai3, hanno totalizzato il 4.5% di share con 904mila appassionati. Insegno è stato battuto anche dalla serie CSI Miami su Italia1 con i suoi 695mila spettatori (3.9%) e in valori assoluti anche dalla soap di Rete4 Tempesta d’Amore, che ha segnato invece 651mila affezionati (3.4%). Ancora peggio la terza puntata che ha totalizzato l’1,9% con 358.000 spettatori.

Non potendo accusare sabotatori comunisti (ormai in Rai la vicinanza con il governo è un prerequisito essenziale) Insegno ci aveva spiegato che il risultato della sua prima puntata “non è un flop”. “Gli ascolti sono buoni, – aveva commentato il conduttore nella giornata di martedì parlando con Adnkronos) in linea con la rete, un po’ più alti, la cosa bella è che finiamo il programma al 5% di share quindi il programma è andato in crescendo e ha chiuso in grande crescendo. Quello che dobbiamo fare noi ora è cercare di raddoppiare gli ascolti di quella fascia’’.

Secondo Insegno i telespettatori avrebbero bisogno di “scoprire che c’è un programma”: “andrà sempre meglio”, ha assicurato. In realtà il comico non la dice tutta: l’anno scorso, infatti, – come nota Marco Zonetti per Dagospia – il telefilm Blue Bloods, con la replica dell’episodio dal titolo Interferenza (andato in onda la prima volta il 15 maggio 2020) ottenne ben 906mila spettatori con il 4.91%.

Il telefilm precedente, Hawaii Five 0, con l’ennesima riproposizione dell’episodio Nella rete (andato in onda per la prima volta nel lontano 26 agosto 2012…), fece 519mila spettatori con il 3.72%, una percentuale di share più alta di quella di Insegno. C’è un’altra piccola differenza: lo show di Insegno costa molto più di una vecchia replica poiché è realizzato da una società esterna, la Banijay.

Vi ricordate quando la destra tuonava contro il programma di Fabio Fazio perché si avvaleva di esterni? Ecco, esattamente così. Solo che Fazio in Rai raccoglieva numeri che ingolosivano gli inserzionisti e si ripagava da solo. Il giorno successivo, martedì 26, la trasmissione si preparava quindi per veleggiare verso il raddoppio. Com’è andata? La seconda puntata si è fermata al 2.0% di share con 364mila spettatori. Sostanzialmente metà delle persone che hanno seguito il debutto hanno preferito guardare altro.

Il conduttore amico della Meloni lamentava l’ostracismo della tv pubblica. Ora ha un programma ma il pubblico latita

Ora in Rai cominciano a preoccuparsi sul serio. Se è vero che il format della trasmissione è la brutta copia di un fallimento che risale a diciassette anni fa (allora andava in onda su Italia 1) in viale Mazzini preoccupa la conduzione de L’eredità che partirà da gennaio, con Insegno al posto di Flavio Insinna. Una fallimento in quel caso peserebbe non poco sulle casse dell’azienda pubblica.

Pino Insegno negli ultimi mesi si è difeso dall’accusa di essere tornato in Rai per la sua vicinanza alla premier esibendo i suoi quarant’anni di carriera. Quando gli è stato chiesto perché fosse andato per ben due volte a Palazzo Chigi per appuntamenti privati con la presidente del Consiglio ha giustificato le sue visite con alcune iniziative per sostenere malati di Sla e perché “il caffè è buono”. “Con FdI mi sono sentito di stare vicino a un cambiamento, con la speranza che sia reale, importante”, ha detto in una recente intervista. Ora gli conviene sperare anche un po’ per se stesso.

di Giulio Cavalli

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