Fuga dalla sanità lombarda. Radiologi in prestito a Chiavenna

A Chiavenna sono finiti i radiologi e l’ospedale vicino al confine con la Svizzera è costretto a firmare un accordo con Palermo.

Fuga dalla sanità lombarda. Radiologi in prestito a Chiavenna

A proposito della fulgida sanità lombarda, pietra miliare della narrazione dell’eccellenza lombarda: a Chiavenna, in provincia di Sondrio, sono finiti i radiologi e l’ospedale vicino al confine con la Svizzera è costretto a firmare un accordo con Palermo.

A Chiavenna sono finiti i radiologi e l’ospedale vicino al confine con la Svizzera è costretto a firmare un accordo con Palermo

Solo così i cittadini potranno accedere a ecografie, Tac, con o senza mezzi di contrasto, interne e ambulatoriali, e i relativi referti. L’azienda sanitaria valtellinese ha chiesto aiuto all’Azienda Ospedaliera “Civico Di Cristina Benfratelli” di Palermo che mette a disposizione i propri radiologi dalle ore 8 alle ore 20, da lunedì a venerdì.

Asst Valtellina scrive in una nota che i cittadini possono contare su un maggior numero di slot disponibili per la prenotazione di esami, comprese le sedute di contrastografiche che, nelle scorse settimane, erano state rimodulate a seguito della riorganizzazione dell’attività dell’Unità organizzativa di Radiologia, presente sui quattro presidi di Sondrio, Sondalo, Chiavenna e Morbegno: “Fino alla settimana scorsa, infatti, erano i medici radiologi dell’Ospedale di Sondrio, a turno, a garantire una presenza a Chiavenna, peraltro solo fino alle ore 16: una situazione difficile da mantenere con l’organico attuale che, in assenza di una soluzione, avrebbe causato una riduzione dell’attività. La convenzione solleva dall’impegno a Chiavenna i radiologi dell’Azienda”, scrivono.

La cronica carenza di medici radiologi aveva costretto l’azienda sanitaria a bandire diversi concorsi, tutti andati a vuoto. azienda palermitana assicura l’attività mediante il proprio personale medico con turni di guardia di 12 ore che consentono di garantire le prestazioni agli utenti, ai pazienti del Pronto soccorso e a quelli ricoverati.

Secondo quanto previsto dalla convenzione, “l’azienda palermitana garantirà la presenza di medici specializzati in Radiodiagnostica con un’esperienza nella gestione degli esami nella disciplina, in particolare nella gestione e refertazione di indagini Rx Convenzionale, ecografie e Tac con e senza mezzo di contrasto. Il medico radiologo, inoltre, si occuperà dei referti dell’Ospedale di Comunità di Morbegno a distanza”.

Quello che non dicono – per evidente convenienza politica – è che senza l’aiuto dell’ospedale palermitano in Lombardia un intero reparto avrebbe dovuto chiudere per mancanza di personale. Costi dell’operazione? Ognuna delle 12 ore in cui presteranno servizio verrà pagata 120 euro, ovvero il doppio del normale. In sostanza, un turno vale 1.440 euro a cui vanno sommati vitto e alloggio. A fine settimana, il radiologo tornerà a Palermo con un incasso netto di 7.200 euro (di cui il 26% va all’azienda sanitaria palermitana). Tommaso Saporito, ha dichiarato che “come Azienda siamo sempre alla ricerca di nuovi medici radiologi da inserire in organico, così come di altri specialisti, e continuamente lanciamo bandi di concorso per reclutare medici di diverse specialità”.

I giovani però preferiscono la sanità privata che offre stipendi migliori. Il piano di smantellamento della sanità pubblica intanto procede a gonfie vele. Il paradosso si completa con la situazione della sanità siciliana che non trova radiologi (anche se li presta), anestesisti e medici di Pronto soccorso.

La Regione Sicilia è stata costretta a cercare professionisti anche al di fuori dei confini nazionali, facendo insorgere l’Ordine dei medici. L’Asp di Caltanissetta per evitare la chiusura dell’ospedale Longo di Mussomeli si è rivolta ai camici bianchi in Argentina. Il Nord pesca al Sud offrendo stipendi doppi e il Sud ripiega sull’Argentina: una fotografia perfetta dello stato del servizio sanitario nazionale.