Gare truccate, assenteismo e corruzione alla Asl di Caserta. Coinvolti funzionari e dipendenti. Dodici gli arresti e 79 gli indagati

Gare truccate, assenteismo e corruzione alla Asl di Caserta. Coinvolti funzionari e dipendenti. Dodici gli arresti e 79 gli indagati

I carabinieri del Nas hanno eseguito all’alba di oggi un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone, residenti nella provincia di Caserta, responsabili a vario titolo, di associazione per delinquere, falso, ricettazione, truffa e corruzione, turbata libertà degli incanti, traffico illecito d’influenze ed altro.

L’indagine trae origine da una segnalazione, inviata ai carabinieri del Nas di Caserta da parte dell’Asl, riguardante anomalie nell’utilizzo del sistema informatico interno di gestione delle presenze, da parte di un dipendente che ne aveva accesso per la propria funzione di coordinatore amministrativo aziendale.

Il provvedimento è stato emesso dal gip presso il Tribunale di Napoli Nord. Dodici indagati sono finiti agli arresti domiciliari mentre altre sei persone sono state raggiunte da misure interdittive. Eseguito anche un provvedimento di sequestro preventivo di beni, per la somma complessiva di circa 1.580.000 euro, nei confronti di 48 indagati.

Le prime attività investigative hanno permesso di raccogliere gravi indizi, anche grazie alle risultanze delle complesse attività tecniche, nonché rilevare una serie di illeciti allontanamenti dal servizio da parte di 22 dipendenti dell’Asl di Caserta, per i quali, il 25 novembre 2020, è già stata eseguita un’ordinanza cautelare per l’applicazione di misure interdittive per truffa ai danni dell’Azienda sanitaria locale.

Nel corso delle indagini – supportate da riscontri alle numerose nuove intercettazioni delle conversazioni telefoniche ed ambientali, nonché dall’acquisizione ed analisi di migliaia di atti aziendali e delle imprese accreditate – gli investigatori hanno accertato comportamenti illeciti nei confronti di 79 persone, finalizzati alla turbata libertà degli incanti mediante l’affidamento a poche ditte compiacenti, di lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali gestiti direttamente dal DSM, in cambio di somme di danaro e regalie varie.

Scoperti, inoltre, una serie di falsi ed abusi, in ordine alla gestione di pazienti con patologie psichiatriche che venivano affidati a strutture esterne convenzionate (cogestori) senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte del competente organo specialistico (U.V.I.), assoggettando l’onere di degenza, dalla somma di diverse migliaia di euro per ciascun paziente, a carico dell’Asl casertana.

Ma anche l’affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) ad un’associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, corrispondevano ad uno dei componenti della commissione aggiudicatrice ed ad altri dipendenti compiacenti dell’ASL, regalie o altri vantaggi quali assunzioni di propri familiari.

E atti finalizzati alla corruzione attribuibile ai gestori delle strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell’affidamento diretto dei pazienti e dell’omessa attività di controllo sui piani riabilitativi, corrispondevano periodicamente somme di danaro ed altre regalie ai funzionari pubblici che erano preposti alla tutela e corretta attività di recupero dei pazienti psichiatrici.

E ancora: alla gestione occulta da parte di alcuni funzionari dell’Asl, con intestazione fittizia a persone compiacenti, di strutture private convenzionate presso le quali venivano indirizzati i pazienti, affidati con onere a carico dell’Asl (diaria di circa 88 euro), direttamente dai medesimi funzionari.

Per non parlare della creazione di progetti finalizzati alla cura dei pazienti delle cosiddette “fasce deboli”, di fatto mai attuati e dunque destinati alla sola spartizione delle somme di danaro pubblico investito, tra i sodali dipendenti del D.S.M.; dell’affidamento pilotato di incarichi legali e mantenimento di apicali incarichi dirigenziali in seno all’Asl, mediante traffici di influenze illecite; dell’acquisto di beni strumentali ad uso privato con i fondi pubblici dell’Asl; dell’illecito allontanamento dal servizio, da parte di alcuni dipendenti dell’Azienda sanitaria, al fine di assolvere faccende personali e familiari.

Tra gli indagati figura anche il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, al quale viene contestato il reato di traffico influenze in relazione a un singolo episodio.