Governo Conte, “Rischiamo un premier anonimo. Comanderanno Salvini e Di Maio”. Parla Prospero: “Il Cav potrebbe decretare la fine dell’Esecutivo”

Governo Conte, "Rischiamo un premier anonimo. Comanderanno Salvini e Di Maio". Parla Prospero: "Berlusconi può decretare la fine anticipata dell'Esecutivo"

Un Conte, anzi un premier dimezzato. Così, per molti, rischia di apparire Giuseppe Conte, incaricato ieri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di formare il primo Governo Lega-M5s della storia. Timori in parte condivisi anche da Michele Prospero, docente di Scienza politica e Filosofia del diritto alla Sapienza di Roma. “In politica – ragiona Prospero con La Notizia – non esiste potere pieno senza forza”, perciò “un presidente del Consiglio senza consenso alle spalle rischia di non avere effettive possibilità di indirizzare le scelte e l’azione dell’Esecutivo”.

Quindi professore: cosa dobbiamo aspettarci?
“Sarà un equilibrio tra i due maggiori contraenti del patto, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Conte sarà un presidente di garanzia, ma anonimo”.

Perciò trova fondati i dubbi filtrati in questi giorni dal Colle?
“L’anomalia sostanziale di tutta questa situazione è un presidente del Consiglio che lavorerà su un programma di Governo che non ha redatto, ‘registrando’ accordi politici che non ha creato. Il contratto è un atto di sovranità, sono Lega e Cinque Stelle i titolari del potere di vita o di morte dell’Esecutivo. Più che lavorare sottotraccia, facendo filtrare le proprie inquietudini, Mattarella non poteva fare. Davanti alla riproposizione, da parte di Salvini e Di Maio, di questa figura, votata com’è stato detto loro ‘da 11 milioni di italiani’, il capo dello Stato ha dovuto ridimensionare ogni velleità interventista. Di fronte a una maggioranza come quella venutasi a creare dopo il voto, in una Repubblica parlamentare il Quirinale obiettivamente non può fare di più. Aggiungo una cosa”.

Prego.
“Mattarella è un presidente rimasto solo: non ha più una maggioranza ‘presidenziale’, le sue truppe sono disperse. Di conseguenza, anche la sua effettiva capacità di sfidare i leader di Carroccio e M5s si è affievolita, è venuta meno”.

Da professore, come giudica le polemiche esplose riguardo il Curriculum di Conte?
“Trovo un errore politico contestare la figura del premier incaricato sulla base di queste circostanze. Sono altre le cose che a mio avviso andavano, e tutt’ora andrebbero sottolineate”.

A cosa si riferisce?
“Alle sue frequentazioni e responsabilità in società pubbliche e private. Conte non è solo uno studioso, insomma, ma appartiene a un ‘mondo parallelo’. Dicotomia che nessun legislatore in Italia ha mai avuto il coraggio di risolvere”.

Leggendolo il Cv del premier incaricato, ha ravvisato potenziali conflitti di interessi?
“Questo no. Ma ho trovato singolare il fatto che i Cinque Stelle, di cui sono note le posizioni anti-élite, abbiano scelto una figura collegata col potere attraverso tutta una serie di incarichi e consulenze”.

Veniamo all’aspetto più partitico della vicenda. Secondo lei in prospettiva chi, tra Salvini e Di Maio, può incassare di più?
“È presto per dirlo, ma indubbiamente Salvini ha perso la possibilità di fare il premier e ha rotto la coalizione di Centrodestra, anche se bisognerà misurare quanto la frattura con Berlusconi sia momentanea o permanente. Dal canto loro, i 5 Stelle danno l’impressione di un partito che ha la consapevolezza di non avere il tempo lungo e quindi approfitta di questa occasione per stabilire alcune mosse fondamentali, legate alla sua costituzione materiale aziendale. Sarà interessante capire quali siano i loro appetiti effettivi che la micro-azienda proprietaria del marchio punta a realizzare con la partecipazione al Governo”.

Un’ultima cosa: sarà un Esecutivo di Legislatura?
“Dipenderà da tre fattori. Il primo: il grado di intensità della guerra che Berlusconi intenderà condurre contro Salvini. Il secondo: le elezioni Europee del 2019. Se penalizzassero uno dei contraenti del patto in maniera significativa potrebbero esserci delle fibrillazioni. Infine: la variabile del debito e la reazione dei mercati, che già in questi giorni hanno lanciato i primi, chiarissimi segnali”.