“Gualtieri batta un colpo e per il Giubileo tagli le tasse ai romani”. Parla il segretario Cgil, Di Cola: “Stop all’addizionale comunale Irpef”

“Gualtieri batta un colpo e per il Giubileo tagli le tasse”. Parla il segretario Cgil, Di Cola: “Stop all’addizionale comunale Irpef”

“Gualtieri batta un colpo e per il Giubileo tagli le tasse ai romani”. Parla il segretario Cgil, Di Cola: “Stop all’addizionale comunale Irpef”

Natale Di Cola, segretario generale Cgil Roma e Lazio, avete chiesto un incontro a Roberto Gualtieri in tema di politiche fiscali e Irpef: cosa direte al sindaco?
“Il Comune ha varato ieri un bilancio che purtroppo non dà risposte sull’aspetto fiscale. I cittadini di Roma pagano l’addizionale comunale più alta d’Italia. Abbiamo chiesto a Gualtieri che il 2025 a Roma non sia solo l’anno del Giubileo ma anche del Giubileo dei cittadini, che dovranno vivere una situazione eccezionale con 35 milioni di pellegrini in città. La cosa più concreta che si può fare è l’eliminazione dell’addizionale comunale o una revisione. Come si fa? Abbiamo dato tre leve al Comune su cui agire: la prima è una risposta derivante dalle risorse proprie del Comune dovute al maggior gettito che c’è stato. La seconda è chiedere al governo la sospensione del debito per la gestione commissariale: sono 200 milioni di euro per un debito che riguarda decine di anni fa e abbiamo avuto un impegno dal Comune per chiedere di bloccare questi 200 milioni. La terza è farsi dare dal governo un ristoro rispetto all’Imu sulla seconda casa, il Comune ha avuto una perdita di 250 milioni di euro non per una scelta propria ma per una sentenza della Corte costituzionale. La somma di queste tre azioni può produrre un giubileo dei cittadini con un vantaggio economico di 300 euro”.

Avete avuto qualche riscontro?
“Sì, l’incontro ci sarà il 22 gennaio per capire come affrontare questioni concrete, però dall’amministrazione c’è il riconoscimento che questa problematica va affrontata. Perché a tutti i livelli si stanno facendo azioni. Anche se insufficiente, il governo Meloni è intervenuto sull’Irpef, con la Regione Lazio abbiamo siglato un accordo per diminuire le tasse di lavoratori e pensionati sotto i 35mila euro. Siccome c’è una grandissima inflazione e il blocco del rinnovo dei contratti, la leva fiscale è cruciale. Mentre non si riesce ad aumentare la qualità dei servizi, serve almeno un ristoro concreto e la revisione delle addizionali per togliere il primato a Roma di città più cara. Quindi chiediamo per le fasce fino a 35mila euro l’azzeramento dell’addizionale comunale. Non si tratta di abbassare le tasse a tutti, ma ai redditi più bassi”.

Ci sono stati segni di apertura da parte del Campidoglio?
“C’è una disponibilità perché anche loro sanno che non c’è l’ammontare delle risorse, su questo è fondamentale capire per quanta gente diminuiranno le tasse, ma da parte del sindaco c’è la consapevolezza che nell’anno del Giubileo non si può chiedere solo pazienza, ma anche dare risposte al caro vita. Ci sembra lo strumento migliore che arriva nelle tasche di tutti i cittadini che pagano le tasse e contribuiscono alla collettività”.

Come diceva, a Roma si paga l’Irpef comunale più alta d’Italia: di che cifre parliamo?
“Rispetto al Centro Nord la media è il doppio. Un cittadino del Lazio paga in media più del 4% di addizionali regionali e comunali, rispetto a omologhi di regioni del Nord sotto il 2%”.

Negli scorsi giorni avete siglato un accordo con la Regione Lazio che prevede la riduzione dell’Irpef dal 2025: in cosa consiste questa intesa?
“L’accordo prevede il ripristino per i redditi fino a 35mila della quota minima prevista dalla legge per l’addizionale regionale. La legge dice che le Regioni devono far pagare l’1,23% di addizionale regionale, cui purtroppo si somma nel Lazio lo 0,50% dovuto al deficit della sanità e quindi un totale dell’1,73% minimo previsto. Oggi si paga il 3,33%. Con l’accordo si è istituto un fondo che per i redditi fino a 35mila prevede il pagamento del minimo previsto da legge. Sotto l’1,73% con una legge regionale non si può andare, servirebbe un intervento nazionale. Ma intanto così il vantaggio può arrivare fino a 200 euro”.

E cosa succede nel 2024?
“Abbiamo avuto un problema che ha prodotto una rottura con la Regione Lazio perché nella legge di bilancio 2023 la Regione non ci ha ascoltato e non ha previsto il fondo taglia tasse. Dal primo gennaio i cittadini non avranno questo vantaggio. L’effetto dell’aumento dell’Irpef verrà mitigato perché viene sterilizzato rispetto alla riduzione a livello nazionale. Quindi ci poteva essere un doppio vantaggio, una diminuzione vera della pressione fiscale, purtroppo nel Lazio non ci sarà. Per fortuna non solo dall’1 gennaio 2025 arriverà il taglio, ma sarà anche strutturale per gli anni a venire”.

Mettendo insieme le novità riguardanti l’Irpef regionale e la riduzione dell’aliquota nazionale, quali saranno gli effetti nel 2024?
“Da 0 a 30mila euro ci saranno fino a 36 euro di vantaggio, per poi arrivare da 30mila a 35mila a perdere fino a 60 euro in un anno. Una consolazione amara, perché i cittadini del Lazio perderanno potere d’acquisto, perché la diminuzione dell’Irpef serviva proprio a questo e per loro quasi non ci sarà”.