Politici assenti in ufficio

di Andrea Koveos

Incassare lo stipendio senza mai timbrare il cartellino. Per molti dipendenti pubblici si può fare. Grazie alla politica. Una pessima abitudine sempre più in voga in molte amministrazioni pubbliche e che diventa insopportabile in strutture come il Consiglio regionale del Lazio, ancora malconcio per le vicende di Fiorito-Batman e di Roulette-Maruccio. Decine i lavoratori che, assunti con contratto a tempo determinato, non hanno mai messo piede alla Pisana. Tutto sembra regolare: questi impiegati che fanno anche i consiglieri di municipi, di piccoli comuni o di altre amministrazioni locali, hanno il diritto di assentarsi dal servizio il tempo necessario per partecipare alle sedute dei loro enti presentando gli opportuni giustificativi. Siamo andati a vedere e – sorpresa!- accanto a molti documenti correttamente compilati e credibili ne abbiamo trovati altri evidentemente ingegnati in modo “fantastico”. Carte che superano per immaginazione le scuse usate dai militari di una volta: lutti, malattie e fidanzate in cinta; s’inventava di tutto per di andare in licenza.

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L’ingresso del Consiglio regionale del Lazio

I tempi però cambiano e i motivi per cui non andare a lavorare si perfezionano. Secondo quanto ha attestato il presidente del Consiglio del Municipio XVIII di Roma, Fabio Benedetti (Pdl), le commissioni per il mese di gennaio sono iniziate tutte alle otto del mattino e terminate dopo le 15. Un ritmo stakanovista credibile per un militante che deve farsi rieleggere; meno per la povera segretaria costretta a verbalizzare una commissione fin troppo mattiniera saltando anche il pranzo. Dai giustificativi vidimati dal Municipio VI, ancora di Roma, così come specificato dal consigliere municipale, Mauro Corsi (Pdl), sempre assente al lavoro, le riunioni istituzionali hanno aperto i lavori 30 minuti dopo quelle del XVIII, e sono proseguite fino a sera senza soluzione di continuità. Non si capisce come mai altri impiegati regionali, impegnati ugualmente in cariche elettive, anche di maggiore responsabilità, non giustifichino simili ritmi frenetici e siano più presenti sul posto di lavoro.

Anche i tempi di spostamento da un luogo all’altro sono diversificati a seconda di quante ore di assenza occorra giustificare. La vita è certamente trafficata per l’assessore al Patrimonio del Comune di Genzano, Bruno Romagnoli (Pd): da Genzano, luogo in cui risulta residente, impiega 3 ore per raggiungere in macchina il luogo in cui esercita la sua carica, sempre a Genzano. Viene da chiedersi quanto impieghi il consigliere del X Municipio della Capitale, Pino Antipasqua, domiciliato a Siena e costretto, sostiene lui, ad arrivare dalla Toscana fino in piazza di Cinecittà a Roma per godere del gettone presenza. Elio Adessi, vicepresidente Anci del Lazio e consigliere comunale Udc al Comune di Ciampino, sconosciuto ai tornelli, si autogiustifica con dichiarazione a sua firma: circostanza non prevista dalla normativa. Adessi, cioè, si firma da sé la giustificazione. Il sogno di ogni studente assente a scuola.

Al di là dell’effettiva regolarità di questi comportamenti, rimane da chiedersi perché un’amministrazione pubblica consenta sempre le assunzioni, seppur a tempo determinato, di persone che sicuramente, per i loro pressanti e improrogabili impegni elettivi, saranno poco presenti. Le segreterie dei gruppi politici, pur di accontentare notabili e “raccomandati” dai partiti, preferiscono assumere i “fantasmi” e chiudere un occhio. Tanto paga lo Stato.

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«I fogli da me firmati sono dichiarazioni di utilizzo permesso per incarico pubblico che vengono successivamente siglati e timbrati per convalida dal Dirigente del Comune».
Lo precisa, Elio Adessi, vicepresidente Anci del Lazio e consigliere comunale Udc al Comune di Ciampino.