I no-triv non si arrendono. E parte il ricorso sulle concessioni scadute

Ricorso anti-trivelle in arrivo per bloccare cinque concessioni estrattive entro le 12 miglia. Le associazioni del Comitato per il sì al referendum sulle trivelle dichiarano guerra al Ministero dello Sviluppo Economico. Il ricorso verte sul fatto che le concessioni sarebbero scadute da anni. La spiegazione è arrivata dal costituzionalista Enzo Di Salvatore, l’estensore dei quesiti referendari: “La norma prevede che siano prorogati i titoli vigenti, non quelli scaduti. Di conseguenza le aziende petrolifere stanno continuando ad estrarre senza autorizzazione”. Le cinque concessioni finite nel mirino del Comitato si trovano due in Abruzzo e tre in Emilia Romagna.

La battaglia del Comitato per il “sì” si sposterà anche in sede europea.  La contestazione è la violazione da parte dell’Italia delle norme che disciplinano l’estrazione degli idrocarburi (direttiva 94/22/CE). Secondo la legge italiana i titoli già rilasciati vengono prolungati fino “alla durata di vita utile del giacimento”, mentre la direttiva 94/22/CE va in direzione opposta, fissa regole chiare per garantire competitività economica e accesso non discriminatorio alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi. Di Salvatore ha fatto sapere che l’europarlamentare Barbara Spinelli (gruppo Gue/Ngl) ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea chiedendo se non ritenga di aprire una procedura di infrazione per violazione delle regole sulla concorrenza in merito alla estensione delle concessioni.