di Clemente Pistilli
Soldi bruciati
Per anni il Sant’Alessio Margherita di Savoia è stato terra di conquista per la politica. Si sono susseguiti i commissari straordinari e soprattutto gli scandali. Dubbi sulle consulenze e soprattutto sugli affitti. Un patrimonio immobiliare come quello dell’Ipab romano, nato nel 1875, dovrebbe produrre ricchezza, mentre l’istituto è finito indebitato. A fare rumore fu soprattutto il contratto firmato, nel 2004, dall’allora commissario Rodolfo Giannelli Savastano, un uomo dell’Udc vicino all’ex ministro Mario Baccini, e dalla società Clovis international srl di Fiumicino, controllata dalla holding immobiliare del gruppo Vittorio Paoletti.
Dai casali senesi a Fiorito
La Clovis, costituita poco prima della firma di quel contratto, ottenne in locazione, per 40 anni, una sessantina di casali e oltre 800 ettari di terreno in provincia di Siena, donati all’Ipab dalla contessa Calista Lovatelli, a 250 mila euro l’anno, essendo stati stimati quegli immobili in 6 milioni di euro. Con l’arrivo in Regione di Pietro Marrazzo al posto di Francesco Storace e la nomina come commissario del Sant’Alessio di Guido Farinaccio, spuntano i primi dubbi. Una nuova perizia stima i beni in Toscana in 50-60 milioni di euro. L’affitto? La Clovis avrebbe dovuto pagare 2 milioni l’anno. Tra un cavillo legale e l’altro, l’inchiesta della Corte dei Conti finisce però nel cestino. Altro scandalo poi quello di Franco Fiorito, l’ex capogruppo del Pdl in Regione, l’uomo di rimborsopoli che ha fatto crollare la giunta Polverini, condannato per peculato. Er Batman occupava un appartamento dell’Ipab in via Margutta e non pagava neppure l’affitto, tanto che è stata poi avviata una procedura di sfratto.
La sentenza
Nel 2008 la Corte dei Conti ha aperto un’altra inchiesta su Savastano. Questa volta su un appartamento affittato alla sua segretaria, Patrizia Pagliara. L’immobile, di 1200 metri quadrati, inserito in un palazzo del seicento in piazza Campitelli, a due passi dal Campidoglio, era stato dato in locazione per 892 euro al mese e alla donna erano state scontate anche spese per la ristrutturazione per 83 mila euro, stima quest’ultima fatta da un architetto per i lavori, ma dagli inquirenti ritenuta notevolmente superiore a quella reale. Dalle indagini svolte, affidate alla Guardia di finanza e all’Agenzia del territorio, i magistrati si sono convinti che l’affitto doveva essere di ben 2.300 euro al mese. Una vicenda oggetto anche di inchiesta penale. La Corte dei Conti del Lazio ha ora condannato Savastano e Vittorio Grandi, dirigente dell’Ipab, a risarcire quasi 72 mila euro al Sant’Alessio. Per i giudici l’istituto avrebbe perso in piazza Campitelli quasi 90 mila euro, ma ai due è stato fatto un po’ di sconto.