Il 118 non paga più nessuno ma assume nuovi dirigenti. Dal 2010 i dipendenti non ricevono nessun incentivo e nelle ambulanze laziali scatta l’emergenza

di Martino Villosio

Il rosso profondo della sanità laziale ha colpito inesorabilmente anche un settore cruciale come quello dell’emergenza. I medici, gli infermieri, i barellieri e gli autisti di ambulanza dell’Ares 118 lo sanno bene: dal 2010 – per effetto di un taglio da 1 milione e 800 mila euro che ha colpito tutto il personale del comparto – non ricevono il pagamento degli incentivi. Non solo: negli ultimi anni, a causa del blocco del turnover che dura dal 2009, continuano a diminuire di numero mentre la larga maggioranza dei lavoratori ha dovuto rassegnarsi a dire addio agli scatti di anzianità per le ristrettezze dell’apposito fondo. È la dura legge dei tagli, che impone rinunce, straordinari e sacrifici destinati ad impattare anche sulla qualità del servizio ai cittadini.

Nuovi quadri intermedi
Uno scenario desolante, nel quale di recente, come una rosa nel deserto, è fiorita una delibera capace di lasciare quasi tutti a bocca aperta: la numero 135 del 15 marzo 2013. Con questo provvedimento l’Azienda Regionale Emergenza Sanitaria ha indetto un bando interno per otto incarichi di posizione organizzativa dell’area amministrativa e tecnica, che prevede la creazione e la conseguente assegnazione di quattro incarichi con funzioni da “quadro”. Quattro livelli intermedi, un gradino sotto la dirigenza, costituiti ex novo. Con pagamento delle relative indennità, oscillanti tra i 6.000 e i 12.000 euro in più all’anno rispetto allo stipendio di chi occupa un livello inferiore nei comparti interessati. Cifre non mostruose, che però diventano un’autentica e inspiegabile beffa per la grandissima maggioranza del personale operativo del 118, tra cui ci sono anche molti precari.

Niente scatti di anzianità
Per finanziare gli aumenti di retribuzione delle nuove posizioni organizzative, come denuncia l’Unione Sindacale di Base, la delibera in questione prevede di utilizzare il “Fondo per lo straordinario e particolari condizioni di disagio” alimentato da tutti i dipendenti dell’Ares 118 e storicamente in passivo, e l’altro speciale fondo con cui vengono finanziate le progressioni carriera dell’intero personale (compresi medici, infermieri e il resto dei cosiddetti “operativi”).
Due terzi di loro, nel solo 2011, hanno dovuto rinunciare agli scatti di anzianità proprio a causa dell’insufficienza del fondo in questione.
Una delle nuove posizioni organizzative nell’area tecnica messe in palio dalla delibera è quella di coordinatore dell’attività dei tecnici del Servizio Prevenzione e Protezione.

Meno personale più dirigenti
Un settore, spiegano fonti interne all’Ares 118, dove i numeri del personale sono talmente ristretti che le funzioni di coordinamento potrebbero essere svolte tranquillamente dall’attuale dirigente, senza bisogno di figure intermedie retribuite con i fondi – sempre più scarsi – che dovrebbero servire a finanziare le progressioni di carriera degli infermieri.
Nel 2013 peraltro, come segnala sempre l’Unione Sindacale di Base, anche nell’area sanitaria sono stati creati due nuovi incarichi di posizione organizzativa.
Insomma all’Ares 118, nonostante i vincoli severi del piano di rientro che stringono alla gola la sanità laziale e i conseguenti tagli al personale, si può rinunciare a tutto. Tranne che a nuovi figure di coordinamento.