Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso delle compagnie telefoniche per le bollette a 28 giorni. Sospesa la procedura che aveva imposto di rimborsare gli utenti

Il Consiglio di stato sospende provvedimento con cui l'Agcom aveva ordinato di rimborsare gli utenti

Se c’è sempre tempo per pagare e per morire, per rimborsare si può aspettare anche di più. Così il Consiglio di Stato, cioè il tribunale d’appello della giustizia amministrativa, ha deciso che le compagnie telefoniche non dovranno rimborsare entro il 31 dicembre le maggiori somme incassate dai loro clienti per le bollette accelerate, cioè calcolate ogni 28 giorni anziché ogni mese. A deliberare questo rimborso era stato il Garante delle Comunicazioni, e a questa determinazione era seguita a novembre scorso una sentenza del Tar, che però non ha ancora depositato le sue motivazioni.

NUOVA STRATEGIA
Contro tale imposizione, tra l’altro molto onerosa, si erano mossi i gruppi Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb, che proprio ieri hanno ottenuto di congelare gli eventuali pagamenti fino a quando non si conosceranno i motivi dell’ordinanza del Tar e forse sarà possibile tentare nuovi ricorsi. Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio aveva infatti confermato i rimborsi stabiliti dall’Agcom, ma cancellato le multe, altrettanto salate, comminate alle società delle telefonia e di Internet. Entro fine anno non arriverà dunque alcun rimborso ai circa dieci milioni di clienti della telefonia fissa o fisso-mobile con contratto attivo dal 23 giugno 2017. Questo però non vuol dire che questi ristori non arriveranno più, perché il procedimento avviato dal Garante per le Comunicazioni va avanti e le associazioni dei consumatori restano sul piede di guerra. Il punto è però trovare un’intesa sull’entità delle restituzioni dovute, che rischiano di pesare non poco sui bilanci di operatori che hanno visto erodere enormemente i loro margini su un mercato molto competitivo e aperto com’è quello delle telecomunicazioni in Italia. Tutto è rinviato perciò almeno di qualche mese, come prevede l’ordinanza di ieri firmata dal presidente della VI sezione del Consiglio di Stato, Sergio Santoro, che ha deliberato in sede giurisdizionale. Lo stesso organo ha avvertito che la sua sentenza arriverà in ogni caso entro il 31 marzo dell’anno prossimo.

MODALITà INCERTE
Sul tavolo restano anche le modalità del rimborso, che potrebbe essere in contanti o in altre forme, come sconti per acquisti futuri e buoni spesa. Una strada già intrapresa da Fastweb, che sta regalando per questo motivo il servizio Wow Space a chi lo attiva entro gennaio (spazio illimitato su cloud per caricare foto, musica o altri file del cellulare). Per l’Agcom comunque si tratta di una battuta d’arresto, visto che era stata l’Autorità a decidere la data del 31 dicembre con una serie di delibere, diffidando anche gli operatori a far venir meno gli effetti dell’illegittima anticipazione della decorrenza delle fatture, sottolineando che i rimborsi dovevano riguardare il periodo dal 23 giugno 2017 alla data in cui è stata ripristinata la fatturazione su base mensile. Le compagnie telefoniche possono quindi respirare, anche se presto o tardi dovranno comunque mettere mano al portafogli.