Il Covid sta rialzando la testa, l’allarme: “Dopo Natale doppio picco con l’influenza”

Il Covid rialza la testa e dopo Natale potrebbe arrivare un doppio picco insieme all'influenza: il professore Gianni Rezza lancia l'allarme.

Il Covid sta rialzando la testa, l’allarme: “Dopo Natale doppio picco con l’influenza”

Il Covid rialza la testa. “Lo dicono i dati ufficiali, anche se ampiamente sottostimati, e lo si percepisce solo guardandosi intorno”, afferma l’ex direttore della Prevenzione al ministero della Salute, Gianni Rezza, in un’intervista a La Stampa. 

Per il professore di Igiene di Covid “ne gira parecchio: sapevamo che con il primo vero freddo avrebbe rialzato la testa, come fanno tutti i virus respiratori. L’importante è che non faccia troppi danni. Omicron ha una virulenza minore rispetto a Delta, però tra persone debilitate, anziani soprattutto se più in là con gli anni e immunodepressi può fare ancora danni seri quando si è persa la protezione del vaccino”. 

Il Covid rialza la testa: dopo Natale doppio picco con l’influenza

Rezza sottolinea che per il momento si registra “un lento aumento delle ospedalizzazioni, ma la situazione potrebbe peggiorare se i contagi continueranno ad aumentare e le vaccinazioni non decolleranno”.

Secondo il professore, oggi il monitoraggio settimanale “sottostima i contagi perché si basa sui test che non fa quasi più nessuno”. A suo giudizio sarebbe meglio “passare anche per il Covid, come si fa per gli altri virus, al sistema di rilevazione dei medici sentinella”.

Per il momento non gira moltissimo l’influenza invece, tanto che “tosse e mal di gola che osserviamo in giro questi giorni sono provocati soprattutto da rinovirus e altri virus parainfluenzali. L’ondata di influenza arriverà più tardi, probabilmente dopo Natale. Il problema è che potrebbe sommarsi al picco del Covid, con il rischio di ingolfare i pronto soccorso e i reparti ospedalieri”.

Il flop del vaccino

Andrebbe rafforzata la campagna di vaccinazione, secondo Rezza. Ma finora le nuove somministrazioni contro il Covid sono state un flop. I motivi sono tre, a suo giudizio: “Il primo è la stanchezza vaccinale, subentrata per via del fatto che non essendo il Covid un virus stagionale come l’influenza ha costretto a fare più somministrazioni in corso d’anno. Poi ci sono stati problemi non risolti di logistica che hanno fatto arrivare in ritardo le fiale in diverse regioni, che a loro volta non hanno stipulato o lo hanno fatto in ritardo gli accordi per le vaccinazioni in farmacia. Ed è chiaro che, se uno è già indeciso e poi trova anche degli ostacoli, finisca per tirarsi indietro. Terzo, ogni fiala contiene sei dosi e questo richiede ai medici di famiglia di organizzare gruppi di pazienti per non sprecare i vaccini. Si sarebbe dovuto passare alla chiamata attiva dei più fragili ma non è andata così”.