Il flop di Azione alle regionale? Per Calenda è colpa degli elettori

Per il leader di Azione, Carlo Calenda, gli "elettori decidono, ma non hanno sempre ragione. Altrimenti non saremmo messi così".

Il flop di Azione alle regionale? Per Calenda è colpa degli elettori

“Avete tutti scritto che la Moratti era la candidata perfetta per la Lombardia. Il Lazio con un ottimo candidato e coalizione è andato peggio. Sono trent’anni che votiamo e siamo scontenti di chi votiamo. Sostengo da sempre che votiamo per ragioni sbagliate: appartenenza e moda. E basta guardare l’astensione per capirlo. È la ragione per cui abbiamo fondato Azione”. È quanto ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, commentando i risultato elettorale del suo partito alle elezioni regionali.

Per il leader di Azione, Carlo Calenda, gli “elettori decidono, ma non hanno sempre ragione. Altrimenti non saremmo messi così”

“Se stamattina volete sostenere che il voto a Fontana è basato sui risultati del buon governo – ha proseguito Calenda -, fatelo. Gli elettori decidono ma non hanno sempre ragione. Altrimenti non saremmo messi così”.

“Abbiamo perso. Quello regionale è un voto difficilissimo per noi. Le preferenze pesano – ha detto Calenda dalle colonne del Corriere – e noi invece dipendiamo da un voto di opinione. La peggiore condizione possibile per chi vuole spezzare il bipolarismo”.

“Ammetto che non mi aspettavo il risultato in Lombardia nei termini in cui si è delineato. Neppure mi aspettavo, però, che Fontana addirittura prendesse di più, in percentuale, di cinque anni fa”.

Calenda rivendica la scelta dei candidati: “Abbiamo scelto i due assessori regionali che meglio hanno gestito il Covid, per guidare due Regioni, enti in cui il bilancio è quasi tutto assorbito dalla sanità. Non è importato a nessuno. Fontana e Rocca erano forse candidati migliori? Non credo. Se si vota come al Palio di Siena, se il voto è fideistico, i candidati contano poco”.

“Io – ha aggiunto il leader di Azione – faccio politica proprio perché voglio scardinare questo sistema che porta a un’astensione sempre più alta con votanti sempre più divisi tra guelfi e ghibellini e al declino del Paese. Forse siamo condannati e io sono un irrimediabile idealista. Ma non mi arrendo”.

“È la maledizione italiana: si vota per appartenenza. E poi mi lamento di chi governa”

Secondo Caleda “è la maledizione italiana: si vota per appartenenza. Sono di destra voto la destra, sono di sinistra voto la sinistra, prescindendo dal candidato e dalla qualità delle sue proposte. E poi mi lamento di chi governa”.

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