Il governo boicotta il salario minimo con la scusa del taglio del cuneo, ma la differenza è abissale

Il governo Meloni afferma che il taglio del cuneo fiscale è meglio del salario minimo, ma in realtà la differenza in busta paga è abissale.

Il governo boicotta il salario minimo con la scusa del taglio del cuneo, ma la differenza è abissale

Il governo Meloni non vuole il salario minimo. E preferisce il taglio del cuneo fiscale o la conferma dei bonus. Finora la strada percorsa dall’esecutivo è stata questa: taglio del cuneo fiscale e bonus, per esempio con un valore più alto per i fringe benefit per chi ha figli.

Meloni lo ha detto chiaramente: “È meglio tagliare il cuneo che fare il salario minimo legale”, diceva solamente a fine maggio. Ma è davvero così e le due misure sono in qualche modo incompatibili?

Quanti lavoratori ci sono al di sotto dei 9 euro l’ora

In Italia ci sono milioni di lavoratori che percepiscono meno di 9 euro l’ora: operai agricoli, colf, badanti e anche molti dipendenti delle aziende. Per esempio ci sono i receptionist degli istituti di vigilanza che, a inizio carriera, percepiscono uno stipendio di 5,50 euro l’ora, secondo il contratto nazionale di categoria firmato dai sindacati più rappresentativi.

Secondo i dati Inps elaborati da SkyTg24, sotto la soglia dei 9 euro l’ora ci sarebbero 1,9 milioni di lavoratori, nel caso in cui nel conteggio rientrino anche Tfr e tredicesima. Escludendoli dal conto si arriverebbe addirittura a 4,6 milioni di persone sotto la soglia.

Perché il taglio del cuneo non è meglio del salario minimo

Per la responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra, sbaglia Meloni a dire che “non ci vuole il salario minimo ma la riduzione del cuneo fiscale”. Sono, a suo giudizio, “interventi entrambi necessari, per motivi diversi”. La soglia minima “aiuta a combattere tutti i modi messi in campo per pagare poco i lavoratori”.

Il punto è però un altro: il taglio del cuneo fiscale, introdotto dal governo Draghi e confermato da Meloni, è un intervento molto costoso (rinnovarlo, nel 2024, potrebbe costare più di 10-12 miliardi) e che dà un vantaggio minimo a ogni lavoratore: parliamo di qualche decina di euro in più in busta paga. Peraltro questa cifra è ancora più bassa per chi ha un salario inferiore ai 9 euro l’ora, considerando che l’aumento scende allo scendere del reddito.

In sostanza con il salario minimo si alzerebbero gli stipendi per tutti i lavoratori in modo fisso e non solo con qualche decina di euro in più in busta paga. E lo si farebbe a costo zero per lo Stato, chiedendo alle imprese di assolvere al loro compito e retribuire adeguatamente i lavoratori. La differenza è sostanziale: con un salario minimo a 9 euro chi, per esempio, ne guadagna 7-8 all’ora, avrebbe centinaia di euro in più di stipendio, contro le poche decine date dal taglio del cuneo fiscale.