Il Governo chiude tutti i parchi. E a Milano arriva l’Esercito. Il ministro Speranza firma l’ordinanza. Attività motoria solo vicino casa e bar aperti soltanto in autostrada

Nuove regole per limitare i rischi di contagio da Coronavirus arrivano in un’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Un modo del governo per rispondere al pressing delle Regioni e per mettere ordine alla giungla delle iniziative di singoli governatori e sindaci. “Garantire un efficace distanziamento sociale è fondamentale”, afferma il ministro di Leu. Le nuove disposizioni varranno fino al 25 marzo, quando scade il decreto del presidente del Consiglio che aveva imposto il giro di vite più pesante che verrà, quasi certamente, prorogato oltre il 3 aprile. La settimana prossima, dunque, arriveranno nuove decisioni, dalla scuola alle fabbriche. La stretta di ieri riguarda lo stop all’attività ludica o ricreativa all’aperto. Sì all’attività motoria vicino casa propria, sempre nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona.

Chiusi parchi, ville e giardini. Stop a spostamenti verso seconde case nei festivi e prefestivi. Chiusi i bar “nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade”, restano aperti quelli negli ospedali e negli aeroporti. Smentita la notizia sulla chiusura di supermercati e alimentari durante il fine settimana. A tenere banco ieri anche la questione sull’utilizzo dell’esercito a presidio delle regole anti-contagio. A fare da apripista ancora una volta la Lombardia. Il governatore Attilio Fontana al capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha manifestato la necessità di utilizzare l’esercito: “Mi sembra di poter dire che il presidente della Repubblica abbia condiviso la mia richiesta, qualora fosse decisa dal governo”. La prefettura di Milano ha comunicato che 114 unità di militari dell’esercito di “Strade sicure” verranno reimpiegate nel controllo delle misure di contenimento del virus. Ed è quanto avviene in altre città, da Bari a Palermo.

Ma per Fontana il numero è irrisorio: “Praticamente niente. Bisogna aggiungere almeno uno zero a quella cifra”. A volere l’esercito sono anche i governatori di Piemonte, Sardegna e Calabria. A minacciare l’arrivo dei militari “se i romani non si daranno una regolata” è anche Virginia Raggi. Una decisione per Roma sarà presa la prossima settimana. Il mondo politico si divide. Il presidente della Camera Roberto Fico si dice “convinto che questa epidemia vada combattuta con la serietà e la responsabilità di tutti i cittadini”. Il capo politico Vito Crimi sostiene che “non si tratta di mandare ondate di esercito, ma mobilizzare quelle che ci sono”. Contrario Nicola Morra: “Siamo una democrazia o un’oclocrazia?”. Nella maggioranza favorevole è Iv. “Se devo scegliere tra l’esercito che trasporta le salme dei nostri concittadini nei forni crematori o l’esercito a presidiare le strade per impedire a qualcuno di diffondere l’epidemia preferisco i militari per strada”, dichiara Davide Faraone.

Frena il Pd: “Invocare l’esercito per strada mi sembra un po’ troppo”, dice Matteo Orfini. Ritornando alla Lombardia oltre all’esercito, Fontana chiede la chiusura degli studi professionali e degli uffici pubblici, salvo per le attività indifferibili, il fermo dei cantieri e un’ulteriore limitazione alle attività commerciali. Soffia sul fuoco Matteo Salvini: “A Fontana dirò: se non arrivano risposte dal governo, chiudete tutto”. L’ex ministro dell’Interno nello stesso tempo tenta di contattare il premier al telefono “nello spirito di una costruttiva collaborazione per superare la crisi e migliorare i decreti che saranno presto all’esame del Parlamento” e al commissario Domenico Arcuri, col quale riesce a parlare, gli manifesta massima disponibilità a collaborare. Cooperare è imperativo categorico anche per Silvio Berlusconi: “Siamo in guerra e in questi momenti ci si stringe tutti attorno a chi governa”.