Il laboratorio giallorosso in Umbria è già partito. Ma manca ancora un Conte. L’ipotesi Cucinelli candidato presidente è sfumata. E i sondaggisti danno comunque la Lega in vantaggio

Dopo il Governo arriva il laboratorio. Sforzandosi di mettere da parte gli insulti che si sono scambiati a lungo, i giallorossi stanno cercando di unire le loro forze con l’obiettivo di sbarrare il passo alla Lega e soprattutto alle politiche di Matteo Salvini. Luigi Di Maio ha alla fine raccolto la proposta lanciata dal ministro dem Dario Franceschini e dato l’ok alla ricerca di un accordo per le prossime elezioni regionali in Umbria. “Le elezioni regionali in Umbria – assicura un esponente del Movimento 5 Stelle – sono un’occasione di rinnovamento, un laboratorio per definire cosa ci sarà nel futuro non solo dei 5 Stelle ma anche del Pd”. L’operazione non è comunque semplice e seppure dovesse riuscire il risultato non è scontato. Fondamentale soprattutto per i 5 Stelle è stringere un “Patto civico”, con un candidato presidente esterno sia al M5S che al Pd, attorno a cui costruire un programma di governo.

L’IDEA. Servirebbe insomma un Conte in ogni Regione. A partire proprio dall’Umbria, dove si voterà ad ottobre e dove tra due settimane sarà necessario presentare le liste. . “Siamo pronti a discutere e a trovare un’intesa sui programmi”, ha sostenuto il commissario dem dell’Umbria, Walter Verini. Un Conte non si trova però ad ogni angolo di strada. Come possibili candidati alla presidenza circolano i nomi di Andrea Fora, ex presidente di Confcooperative, ben visto nel mondo cattolico e tra i Cinquestelle romani, caro al Pd, ma su cui non si è sbilanciato Di Maio, e di Brunello Cucinelli, imprenditore del cachemire, molto influente in Umbria, ipotesi caldeggiata dai pentastellati, ma davanti alla quale lo stesso Cucinelli non si è detto disponibile. “Non c’è davvero alcuna possibilità che io sia candidato alle elezioni regionali in Umbria”, ha dichiarato subito Cucinelli.

LE DIFFICOLTA’. Se anche venisse trovato un candidato presidente in grado di convincere sia il Movimento 5 Stelle che il Pd, vi è poi l’ulteriore ostacolo rappresentato dal fatto che l’Umbria torna al voto dopo gli scandali legati a un’inchiesta sulla sanità, che ha portato alle dimissioni anticipate della governatrice dem Catiuscia Marini. Una regione dunque dove al momento la Lega è in vantaggio e una sconfitta nel laboratorio giallorosso appena allestito potrebbe avere dei riflessi anche sul Governo nazionale. Uno scenario dato come probabile dai sondaggisti, che anche ieri hanno considerato improbabile una sconfitta di Matteo Salvini anche in caso di alleanza tra dem e pentastellati.

LE PREVISIONI. “Per com’è la situazione il Pd annaspa, perché l’inchiesta non gli fa bene. Senza un’alleanza, ha perso”, ha sostenuto Nicola Piepoli, ritenendo che l’unica strada possibile sia appunto quella di una convergenza civica tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico. “Un candidato comune – ha aggiunto Renato Mannheimer – sarà decisivo nello spostare voti da una parte all’altra e sarebbe meglio un candidato civico, perché la disaffezione dell’opinione pubblica verso i partiti c’è e rimane”. Gli stessi sondaggisti ritengono però comunque probabile una vittoria del centrodestra, dato in Umbria in vantaggio di dieci punti percentuali su una possibile coalizione giallorossa.

“Alla luce di indicazioni che mi arrivano – specifica infatti senza giri di parole Roberto Alimonte – il centrodestra in Umbria è molto avanti e potrebbe superare gli avversari di almeno 10 punti. C’è voglia di cambiamento, la gente vuole voltare pagina”. E Salvini è deciso a piantare le sue bandiere in una regione rossa. Per contrastare la Lega dunque 5 Stelle e dem non sembrano poter fare altro che allearsi, coscienti però che attualmente in Italia per loro è difficile ottenere qualche vittoria anche unendo le forze. Il partito di Matteo Salvini ha del resto ancora il vento in poppa, parla alla pancia del Paese, si tiene lontano da qualsiasi argomento scomodo e punta tutto su qualche slogan di forte impatto, senza responsabilità di governo, mentre i giallorossi da una parte devono fare i responsabili e dall’altra hanno bisogno di tempo per dimostrare che la loro è una ricetta vincente.