Il lavoro torna ad uccidere. Tragedia nel porto di Livorno. Morti due operai mentre pulivano un deposito. Aperta un’inchiesta per omicidio colposo

Si continua a morire di lavoro. L’ultima tragedia in ordine temporale nel porto di Livorno dove, intono alle 13,30 di oggi, due operai sono rimasti uccisi in un incidente

Si continua a morire di lavoro. L’ultima tragedia in ordine temporale nel porto di Livorno dove, intono alle 13,30 di oggi, due operai sono rimasti uccisi in un incidente. Non il primo nel porto della città toscana, come ha raccontato il quotidiano locale Il Tirreno che ha calcolato cinque incidenti mortali negli ultimi nove anni. Il che autorizzerebbe a pensare non proprio a un luogo sicuro. Ogni storia va da sé, quindi nessuna generalizzazione, certo che la riflessione è necessaria dopo l’esplosione che ha portato via Nunzio Viola, di 52 anni, e Lorenzo Mazzoni, di 25. I due erano alle dipendenze della Labromare, una ditta specializzata nelle bonifiche. La Labromare è attiva da 40 anni nella raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti portuali ed è  leader del settore in Italia. Tra gli altri servizi Labromare ha anche due impianti per il trattamento delle materie oleose e delle acque di sentina delle navi. La vittima più giovane era arrivata in azienda due anni fa, la stessa impresa dove per 35 anni aveva lavorato il padre.

La vicenda – L’esplosione si è verificata nel silo 62 che contiene acetato di etile, durante l’operazione di pulizia del deposito. La sostanza è molto infiammabile e viene utilizzata come solvente per vernici, resine e colle. Uno dei due operai è morto sul colpo, l’altro sull’ambulanza. Ancora non è chiaro cosa abbia generato l’esplosione; sull’accaduto è stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo plurimo che proverà a fare chiarezza sulla vicenda. Il sostituto procuratore Sabrina Carmazzi nell’indagine si avvale dell’attività della Capitaneria di Porto, della Polmare, dell’Asl, dei vigili del fuoco e della polizia scientifica che è stata impegnata negli accertamenti imposti dal caso nella zona del silo. Non è escluso che un’esalazione della sostanza possa aver innescato lo scoppio fatale quando i due operai della Labromare si trovavano proprio all’esterno del silo. Il deposito nell’esplosione si è piegato appoggiandosi a un altro serbatoio vicino. Immediato l’intervento dei soccorritori. Nel corso della giornata, poi, gli accertamenti del caso hanno escluso danni all’ambiente circostante.

Le reazioni – Sul luogo della tragedia sono arrivati anche il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, e il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, che ha commentato: “In questo momento più forte del dolore è solo la rabbia. Tutto questo è inaccettabile. Quanto ancora, mi chiedo, deve allungarsi l’elenco delle vittime e delle tragedie consumate sui luoghi di lavoro prima che si riesca a fare qualcosa?”. Il governatore Rossi, invece, ha parlato di giornata da bollettino di guerra tenendo in considerazione anche altri incidenti sul lavoro che, per fortuna, hanno causato “solo feriti”. Duro il commento anche della segretaria Cisl, Annamaria Furlan: “Un episodio che addolora tutti. Ora basta. Non si può continuare a morire di lavoro. Il primo maggio sarà una giornata di lotta e di denuncia forte”.  Ma dopo le parole serviranno i fatti.