Il Mattino è agitato. La proprietà del giornale napoletano mette in vendita la sede di via Chiatamone. Due giorni di sciopero immediato per i giornalisti

La vendita della sede di via Chiatamone a Napoli ha fatto scattare due giorni di sciopero per i giornalisti de Il Mattino

Acque sempre più agitate al quotidiano Il Mattino di Napoli. Dopo l’addio burrascoso del direttore Alessandro Barbano di due settimane fa, adesso un’altra grana si è abbattuta sul giornale di via Chiatamone. Ed è la messa in vendita, nell’aria da tempo, della sede principale del giornale.

L’assemblea del quotidiano napoletano ha votato all’unanimità due giorni di sciopero, cominciato già nella giornata di ieri con il giornale già parzialmente lavorato, e che si concluderà nella giornata di domani. Lo sciopero è scattato non appena si è appreso della pubblicazione di un’inserzione pubblicitaria, destinata al numero che sarebbe dovuto essere oggi in edicola, sulla vendita dello storico palazzo di via Chiatamone 65 in cui è sita la redazione centrale dal 1962. Nel comuncato di redazione si legge: “La redazione si era detta preoccupata per lo spostamento di sede, comprendendo i motivi di risparmio economico, ma lamentando la perdita di centralità geografica e culturale e aprendo una trattativa sulle condizioni di sicurezza presso la nuova sede destinata. L’annuncio pubblicitario in fase di trattative sindacali e in assenza di risposte da parte dell’azienda è una provocazione che non poteva essere accolta diversamente: tre erano i giorni di sciopero già proclamati e finora non utilizzati per un atto di responsabilità”.

La proprietà del giornale ha fatto sapere che già da alcuni mesi il Comitato di Redazione era stato informato della decisione di risolvere il contratto di affitto della sede di via Chiatamone e di sottoscriverne  un altro, più vantaggioso, per i nuovi locali del Centro Direzionale. “I motivi – si legge nel comunicato – sono stati ampiamente discussi: palazzo occupato solo in minima parte, costi gestionali abnormi e insostenibilità del risultato economico di bilancio. Il Cdr, in occasione dei vari incontri avuti, ha sollevato talune questioni legate al trasferimento nella nuova sede e in particolare ha chiesto garanzie di sicurezza durante l’uscita serale dal lavoro. Su tutti i rilievi posti, l’Azienda ha fornito esaurienti chiarimenti, dichiarandosi inoltre disponibile a nuovi incontri. Lo sciopero è immotivato e incomprensibile in quanto va contro la libera decisione di un proprietario terzo di mettere sul mercato un proprio immobile e rende inutile ogni ulteriore confronto sindacale”.