Il processo alla Juventus si tinge di giallo. Il pm Santoriello, finito nel mirino delle polemiche per essersi dichiarato tifoso del Napoli, ha deciso che non rappresenterà l’accusa nell’udienza davanti al gup

Il processo alla Juventus si tinge di giallo. Il pm Santoriello, finito nel mirino delle polemiche, annuncia il passo indietro

Il processo alla Juventus si tinge di giallo. Il pm Santoriello, finito nel mirino delle polemiche per essersi dichiarato tifoso del Napoli, ha deciso che non rappresenterà l’accusa nell’udienza davanti al gup

Il processo alla Juventus non è ancora iniziato ma c’è già una svolta. Il magistrato Ciro Santoriello non parteciperà lunedì all’udienza preliminare del processo nato dall’inchiesta sui bilanci della Juventus 2018-2021. Il pubblico ministero ha già comunicato la sua decisione al procuratore capo di Torino, Anna Maria Loreto.

Per effetto di questa decisione lunedì a rappresentare l’accusa davanti al giudice per l’udienza preliminare di Torino, Marco Picco, saranno gli altri due magistrati del pool che hanno portato avanti l’inchiesta sul club bianconero, ossia il pubblico ministero Mario Bendoni e il procuratore aggiunto Marco Gianoglio.

Il passo indietro di Santoriello nel processo alla Juventus

A convincere Santoriello a fare un passo indietro sono state le sterminate polemiche sollevate, nelle scorse settimane, per via di un video di alcuni anni fa in cui, con una battuta scherzosa pronunciata durante un convegno, confessava la sua fede calcistica per il Napoli.

Il procuratore capo Loreto, ricevuta la comunicazione da Santoriello, ha espresso “apprezzamento per l’alto senso istituzionale e per l’attaccamento all’ufficio” dimostrato dal magistrato.

Accuse pesanti per gli indagati del processo alla Juventus

L’udienza di lunedì davanti al gup di Torino sarà decisiva. In quell’occasione il giudice per l’udienza preliminare Picco dovrà decidere se gli ex dirigenti della Juventus, tra cui Andrea Agnelli e Pavel Nedved, dovranno affrontare o meno un processo in quanto accusati, a seconda delle posizioni, di false comunicazioni sociali, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, manipolazione del mercato e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.