Il Punto di Mauro Masi. Adolescenti sempre più in Rete: è in atto una vera e propria rivoluzione digitale

I quindicenni italiani passano circa 31 ore a settimana sul web usando tutti gli strumenti a disposizione in primis smartphone, poi tablet e computer

I quindicenni italiani passano circa 31 ore a settimana (quindi più di quattro ore al giorno) sul web usando tutti gli strumenti a disposizione in primis smartphone, poi tablet e computer. Il dato viene dall’ OCSE e si evince analizzando i test che fanno parte dell’ultima PISA  (Programme for International Student Assessment )l’esame triennale promosso dall’Organizzazione con lo scopo di valutare periodicamente il livello di istruzione degli adolescenti nei principali Paesi Industrializzati. L’indagine è, per il caso italiano, particolarmente significativa perché segnala un aumento del periodo di permanenza sulla Rete di oltre l’80% rispetto all’indagine relativa al triennio precedente. Allora i quindicenni italiani  passavano 17,5 ore a settimana in Rete, sotto la media OCSE che era di 21 ore; ora la media è di 29 ore e noi siamo a circa 30,5. Un vero e proprio salto in avanti che è peraltro coerente con la crescita digitale avvenuta negli ultimi anni nel nostro Paese e trainata proprio dalla fascia “14-29 anni” e dall’accesso ad Internet attraverso gli smartphone (il cui utilizzo, per quella fascia, supera di poco l’89% del totale).  Che questo poi sia un bene soprattutto con riferimento ai cicli scolastici e ai processi di apprendimento è tutto da vedere. Intanto la stessa OCSE sottolinea che “esistono modi innovativi, efficienti e promettenti in cui il digitale può essere utilizzato nella didattica ma fino a quando non diventeranno la norma è meglio adottare l’approccio coreano (inteso come Corea del Sud, ovviamente): trascorrere una quantità moderata di tempo in Internet e ancor meno nei giorni di scuola”. E’ inutile dire che i quindicenni coreani sono, per l’OCSE, i primi al mondo per competenza in Scienze, Matematica e Letteratura.

Giovedì 26 aprile si è celebrata la Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale. Non proprio un evento mediatico di primo piano ed è un vero peccato intanto perché la tematica lo meriterebbe e poi perché quest’anno il WIPO/OMPI (l’Organizzazione  Mondiale della Proprietà Intellettuale, l’organismo ONU di settore con sede a Ginevra) ha dedicato la Giornata al  ruolo delle donne nel promuovere l’innovazione e la creatività. Un tema bello e significativo nonché pienamente giustificato se si pensa che nel 1995 solo il 17% delle richieste totali di nuovi brevetti includevano donne tra gli inventori; ora il numero è cresciuto, siamo circa ad un terzo del totale ma quindi ancora molto sotto la potenziale parità cui si dovrebbe tendere per sviluppare a pieno la potenzialità delle risorse dell’umanità. E’ evidente che il processo di emancipazione necessita tempo così come è stato, in generale,  per il ruolo delle donne nei processi lavorativi ma, almeno in questo settore, la Rete sta costituendo un fattore di fortissimo impulso anche alla creatività declinata al femminile. I risultati – in molti ne sono certi –  si vedranno molto presto, più presto di quanto oggi si pensi.