Il tesoro di Batman nelle mani dei giudici

di Clemente Pistilli

Tutto in mano ai giudici. Qualche giorno e poi il verdetto più pesante per Fiorito, quello sul maxi risarcimento, verrà emesso. Su una vicenda che era data da mesi come definita, ieri mattina, si è consumata l’ultima battaglia tra accusa e difesa, davanti ai giudici della Corte dei Conti. Con il federale di Anagni, come lo chiamano i suoi simpatizzanti, è esploso lo scandalo della Regione Lazio, ma allo stesso tempo è venuta alla luce la “rimborsopoli” che imperversava e imperversa nelle diverse Regioni italiane. Un simbolo er Batman, come invece è noto alle cronache l’ex capogruppo del Pdl alla Pisana. A modo suo anche lui ha fatto la storia, ma soprattutto ha portato il Parlamento a rivedere il sistema dei rimborsi ai partiti e i magistrati ad accendere un faro su piccoli e grandi abusi commessi da chi dovrebbe gestire al meglio la cosa pubblica.

La caduta
Gli inquirenti, alla fine dell’estate 2012, si concentrarono sulle spese fatte dal gruppo del Pdl alla Regione Lazio e, in particolare, dall’ex capogruppo Franco Fiorito. Lo scandalo fu quasi immediato. Oltre un milione di euro, che doveva servire per l’attività politica, era finito nelle tasche dell’ex sindaco di Anagni, tra case, auto, vacanze alle Maldive, a Dubai, a Positano. Persino una caldaia e un suv Bmw X5. Un terremoto che alla fine fece crollare la giunta di Renata Polverini e che lo scorso anno ha portato alla guida della Pisana, dopo le elezioni, il centrosinistra di Nicola Zingaretti. Er Batman finì in manette. Cinque mesi trascorsi tra carcere e domiciliari. E, sul fronte penale, nel maggio scorso una condanna, su cui ora pende appello, a tre anni e quattro mesi di reclusione.

Caccia al tesoro
Della vicenda si interessò subito anche la Corte dei Conti, che sequestrò, per garantire l’eventuale risarcimento, all’ex uomo forte del Pdl beni per oltre 1,7 milioni: un immobile a Roma, 7 ad Anagni, e una villa sul promontorio del Circeo. Poco prima della sentenza penale, il prof Carlo Taormina, difensore di Fiorito, assicurò che era stato trovato l’accordo con i giudici contabili per restituire 1.094.000 euro, essendo le altre spese giustificate, ma poi le cose sono andate diversamente.

Ultimo round
Ieri mattina, davanti ai giudici della Corte dei Conti del Lazio, il pm Pio Silvestri ha chiesto la condanna di Fiorito a risarcire 1,2 milioni. In base alle nuove indagini svolte, escluse alcune spese, per gli inquirenti contabili sarebbe quella la somma distratta illecitamente. Duecentomila euro in meno di quanto avevano ipotizzato all’inizio. Secondo il prof. Taormina, che difende l’ex capogruppo insieme all’avvocato Enrico Pavia, non è invece competente a decidere la Corte dei Conti, non ritenendo i gruppi consiliari regionali enti pubblici. I giudici si sono riservati la decisione e se dovessero accogliere la richiesta di condanna, stabilendo poi a quanto condannare Er Batman, i beni sequestrati verrebbero confiscati. Sono stati intanto recuperati i 500mila euro che Fiorito aveva depositato su dei conti correnti in Spagna e sono le prime somme liquide e certe per la Regione.

 

Festa con i maiali del gruppo Pdl

Avanti l’indagine sul danno erariale

Indagini in una fase ormai estremamente avanzata quelle sugli “altri del Pdl”. Franco Er Batman Fiorito, ancor prima di finire in carcere non accettò la parte del capro espiatorio, facendo un lungo elenco di strane spese fatte dai suoi colleghi di partito. “Funzionava così”, disse il federale di Anagni. E spuntò fuori la festa fatta da Carlo De Romanis con gli invitati vestiti da antichi romani e con teste di maiale, i finanziamenti dati dal pontino Stefano Galetto all’Unione Rugby pontina, i rimborsi a Romolo Del Balzo e le tante spese fatte a Rieti e rimborsate a Lidia Nobili, giusto per restare alle vicende su cui si è concentrata e ha chiuso le indagini la Procura di Roma. Anche la Corte dei Conti però è andata avanti e si sta ora preparando a tirare le somme. A rischio ora sono i conti correnti dei politici.