Il vizietto di Silvio contagia la Lega. Riapre il mercato delle vacche. L’invenzione: 9 senatori 5S in fuga verso il Carroccio. A rivelarlo il vice di Salvini che non chiude le porte

Sembravano pagine ormai chiuse. Consegnate alla storia più buia della seconda Repubblica. E invece, con il declino di Silvio Berlusconi e di Forza Italia e l’ascesa di Matteo Salvini e della Lega, riapre in Parlamento il mercato delle vacche. Si proprio così. Ed è lo stesso vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa, ad ammetterlo all’agenzia di stampa Adnkronos. “Mi hanno contattato nove senatori del Movimento 5 Stelle dicendomi che loro e altri senatori e deputati 5S non vogliono votare la fiducia a questo governo Conte e sono pronti a dire No se gli garantiamo un seggio”.

PORTE APERTE. Crippa non fa nomi, e figuriamoci se fornisce prove . Ma alla vigilia del voto sulla piattaforma Rousseau (oggi) proprio sul destino del nascituro Esecutivo giallorosso, traccia un profilo dell’ultima versione dei responsabili al contrario: “Eletti del Movimento, provenienti dal Sud ma anche dal Nord e centro Italia, Puglia, gente che non è stata al governo gialloverde, senatori che ora chiedono di avere una candidatura per un seggio con la Lega alle prossime elezioni – spiega -. Gli ho detto che non siamo un’assicurazione per la vita su nessuno ma valuteremo caso per caso i parlamentari che hanno mostrato ampia condivisione su temi portanti come tasse, autonomia, immigrazione, legittima difesa”.

Insomma, assicura Crippa, la Lega “non chiude le porte a nessuno”. E avverte: “Quelli che ho sentito mi hanno fatto capire che non parlano solo per loro stessi, ma che ci sono altri pronti a seguirli – conclude e ribadisce -. In ogni caso noi valutiamo caso per caso”. Apriti cielo. La cotraerea dei 5S non si fa attendere. E inizia a cannoneggiare sull’ex alleato. Parole, quelle del vicesegretario della Lega, bollate come “annunci fantapolitici” dalla vicepresidente M5S del Senato Paola Taverna che accusa: “Salvini ha fatto cadere il governo Conte tra un mojito e una ballatina con una cubista sulla spiaggia, fuorché poi tornare sui propri passi quando ha capito che non poteva decidere tutto da solo essendo in una Repubblica parlamentare”.

Per la Taverna, Crippa “sarebbe stato addirittura cercato da nove senatori del Movimento 5 Stelle che, disperati, si sarebbero rivolti a lui per fare cosa? Entrare nella Lega? Forse ha capito male… Oggi per cosa si può chiamare la Lega? Forse per avere una mappa dei barman che fanno meglio il mojito? Per avere informazioni su una festa in riva al mare? Per ottenere il contatto di un deejay? Ci dispiace per Crippa e per la Lega che, dopo il disastro estivo di Salvini, ha cercato in tutti i modi di correre ai ripari con proposte vergognose. Stiano tranquilli, il Movimento 5 Stelle è compatto. E sicuramente non è in vendita”.

Rincara la dose Mauro Coltorti, presidente della commissione Lavori pubblici e trasporti del Senato: “Le parole del deputato leghista Andrea Crippa dimostrano una cosa: attraverso molti suoi componenti, la Lega incarna ancora il peggio della vecchia politica. È incredibile come nel 2019 si possa ancora sventagliare un becero mercato delle vacche di queste proporzioni”. E conclude lanciando una bordata al Capitano: “Purtroppo certe logiche nei partiti old-style non muoiono mai, nonostante il nuovismo impresso da Salvini”.