In calo i contagi. In 24 ore raggiunto il numero più alto di guariti dall’inizio dell’emergenza, quasi 1.600. Locatelli: “La direzione è giusta”

Quaranta giorni dopo la scoperta del “paziente uno” a Codogno, l’Italia ha superato, oggi, i centomila contagi da Coronavirus. Il conteggio, che tiene conto di tutti coloro che hanno contratto il virus Covid-19, comprese le vittime e i guariti, ha raggiunto quota 101.739. I malati, ancora oggi alle prese con la malattia, sono, invece, 75.528, con un incremento di 1.648 casi rispetto a domenica, quando, tuttavia, se ne erano registrati più del doppio (3.815). Il dato è stato fornito questa sera, nel corso del consueto incontro con la stampa, dal capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli. Sono, invece, 3.981 i malati ricoverati in terapia intensiva, 75 in più sempre rispetto a domenica. Di questi, 1.330 sono in Lombardia, con un incremento di soli 2 pazienti.

Ma il dato più importante, come ha sottolineato lo stesso Borrelli, riguarda i guariti che in un singolo giorno, tra domenica e lunedì, ha raggiunto il numero più alto dall’inizio dell’emergenza: 1.590 che porta il totale dei pazienti che hanno sconfitto il Coronavirus a 14.620. E tra questi, da oggi, si è aggiunto anche il governatore del Lazio e segretario del Pd, Nicola Zigaretti, guarito dopo aver contratto il virus e 23 giorni di isolamento domiciliare. La nota dolente, che fa pensare a una guerra e non ad una epidemia, riguarda le vittime: 11.591, con un aumento, rispetto, a domenica di 812 decessi (erano 756).

Nel dettaglio (qui la mappa dei contagi): i casi attualmente positivi sono 25.006 in Lombardia, 10.766 in Emilia-Romagna, 7.564 in Veneto, 7.655 in Piemonte, 3.251 nelle Marche, 4.050 in Toscana, 2.383 in Liguria, 2.497 nel Lazio, 1.739 in Campania, 1.357 nella Provincia autonoma di Trento, 1.585 in Puglia, 1.109 in Friuli Venezia Giulia, 1.098 nella Provincia autonoma di Bolzano, 1.408 in Sicilia, 1.169 in Abruzzo, 834 in Umbria, 518 in Valle d’Aosta, 622 in Sardegna, 602 in Calabria, 208 in Basilicata e 107 in Molise.

Degli oltre 75mila malati, 27.795 sono ricoverati con sintomi e 43.752 sono quelli in isolamento domiciliare. E parla di guerra anche il capo della Protezione civile per risalire a un evento così drammatico in cui l’Italia si era già trovata. “Ritengo che questa sia l’emergenza più grande degli ultimi 100 anni – ha detto Borrelli -, solo nella Grande Guerra il Paese ha avuto una crisi come quella sanitaria che stiamo avendo”. Nei numeri e nelle curve, ha detto, invece, il presidente del Consiglio superiore della Sanità, Franco Locatelli, cominciano a intravedersi degli spiragli: calano i positivi, pur a fronte di tamponi non inferiori agli altri giorni, e il numero dei ricoverati in terapia intensiva non è più “marcatamente alto” come all’inizio della scorsa settimana. “In Lombardia, in particolare, a Lodi e Bergamo, le zone più colpite – ha sottolineato Locatelli -, il numero di eventi respiratori infettivi per cui sono stati chiamati mezzi di soccorso della Regione, è marcatamente ridotto: rispetto al 14-15 marzo siamo alla metà di interventi sul territorio”.

E’ presto, tuttavia, per pensare a un allentamento delle restrizioni. “Certamente ci sarà un prolungamento”, ha spiegato ancora il presidente del Css sottolineando che “stiamo vedendo dei risultati e questi risultati non li avremmo ottenuti senza le misure di contenimento”. “E questa – ha detto Locatelli – è una ragione per continuare a fare questi sacrifici. Stiamo andando nella direzione giusta e non dobbiamo minimamente cambiare strategia. Non sarà un processo di ritorno alla normalità dal niente al tutto, sarà graduale, ma l’obiettivo è riuscire a contenere la situazione adesso, prevenire ulteriori focolai epidemici, specie come quelli visti (al Nord, ndr)”.

La curva dei contagi, ha detto il vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri, “cresce ma si mostra più lineare” e dunque il picco potrebbero essere raggiunto “nel giro di 7-10 giorni”. Continua a crescere il bilancio dei medici che hanno finora perso la vita a causa del Coronavirus. Ieri, ha reso noto la Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), erano 63 e 8.358 gli operatori sanitari contagiati.