In manette il sindaco di Villa San Giovanni. Coinvolti i vertici della principale società di navigazione dello Stretto. Nel mirino dei pm reggini l’area di sosta e le biglietterie dello scalo calabrese

Corruzione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato. Sono le accuse contenute dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari eseguita dai Carabinieri di Reggio Calabria, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia reggina. Tra gli 11 destinatari del provvedimento (gli indagati sono complessivamente 17) c’è il sindaco del Comune di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari (nella foto), oltre che Antonino Repaci e Calogero Fimiani, rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato della società di navigazione Caronte & Tourist SpA. Secondo le accuse Repaci si sarebbe mosso anche sul vertice dell’amministrazione comunale di Villa San Giovanni, individuando il suo principale interlocutore nel sindaco Siclari, al fine di assicurarsi l’affidamento di un’area sulla quale la sua società aveva progettato di compiere alcuni lavori.

L’inchiesta ha riguardato, in particolare, i lavori di adeguamento di un grande piazzale di cui era proprietaria l’Anas, ceduto poi al Comune, su cui la Caronte aveva realizzato un’area di sosta e una biglietteria automatica senza però rispettare le norme urbanistiche e senza i necessari pareri tecnici comunali. “Le intercettazioni sono davvero allarmanti – ha sottolineato il procuratore di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri – e consentono di delineare un quadro di convenienze, di ‘do ut des’, tra Morabito e il suo vice, Giancarlo Trunfio, da una parte, e la società di navigazione dall’altra. Per agevolare i lavori di ammodernamento del piazzale e la realizzazione della biglietteria, infatti, i vertici della società si erano impegnati ad assumere uno dei figli di Trunfio, Gianluca, ottenendo dall’ufficio tecnico del comune di Villa San Giovanni un provvedimento autorizzativo illegittimo per la rapida esecuzione dell’opera. Rimanendo in questo ambito sono state registrate ulteriori condotte corruttive, attraverso cui i manager indagati sono riusciti ad asservire la pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione”.