Incendio a Genova, il bambino di 6 anni non ce l’ha fatta. Ancora grave il padre

Incendio a Genova, il bambino di 6 anni non ce l'ha fatta. Ancora grave il padre

Non ce l’ha fatta il bambino di 6 anni lanciato dai genitori dalla finestra per tentare di salvarlo dall’incendio che nella notte tra venerdì e sabato ha distrutto la loro casa a Casella, nell’entroterra genovese. Nella serata di sabato i medici dell’ospedale Gaslini del capoluogo ligure avevano dichiarato la morte cerebrale del bimbo, che è stata confermata dopo le sei ore di monitoraggio necessarie. Vincenza Sansone, la mamma ricoverata per alcune fratture nel reparto di ortopedia dell’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena, ha dato l’autorizzazione all’espianto degli organi.

Il padre del bambino, Alessio Fraietta, 49 anni, è ancora ricoverato in condizioni molto gravi nella sala di rianimazione dell’ospedale genovese Galliera: l’uomo è sedato in stato di coma farmacologico a causa dei problemi cardiovascolari legati alle ferite e alla ustioni sul 20% del corpo. In un disperato tentativo di salvare se stesso e la propria famiglia dalle fiamme, ha lanciato il figlio dalla finestra a dei vicini, ma il piccolo avvolto in un telo di fortuna è caduto a terra riportando ferite gravissime. Poi si è gettato lui stesso da un’altezza di 5 metri, mentre la moglie è riuscita ad attutire la caduta grazie ai fili per stendere i panni.

Ma ora spuntano novità anche sulla casa della tragedia di Casella, sulle alture di Genova, che non sarebbe stata a norma. Lo denunciano gli zii del bambino morto dopo che il padre lo ha lanciato dalla finestra per evitare le fiamme. I fratelli della mamma del bambino, Vincenza Sansone, sostengono, come ha riferito Il Secolo XIX, che un geometra chiamato dal marito della donna aveva redatto una perizia e che per questo la famiglia Fraietta aveva deciso di cambiare casa: “Sarebbe stata questione di settimane” hanno affermato. La pista principale porterebbe alla stufa a legna, munita di una caldaia, che potrebbe essere stata modificata e che la famiglia Fraietta usava per riscaldare l’ abitazione. Sotto la lente anche l’impianto elettrico. Gli inquirenti nelle prossime ore convocheranno il proprietario dell’abitazione per chiedergli se corrisponde al vero che la famiglia Fraietta gli aveva inviato alcune raccomandate per sollecitare la revisione dell’impianto elettrico e della canna fumaria. Il magistrato, che indaga per omicidio colposo e lesioni colpose, ha disposto il sequestro della salma del bambino deceduto al fine di effettuare l’autopsia. Questo pero’ senza fermare l’operazione di espianto degli organi del bimbo autorizzata dalla madre e avviata stamane nella sala di chirurgia dell’ospedale Gaslini dall’equipe del centro trapianti dell’ospedale San Martino. I primi organi che potrebbero essere espiantati sono il fegato, i reni e le cornee.