C’è un primo avviso di garanzia per l’incendio che ha ucciso sei persone nella Casa per Coniugi di Milano: è la direttrice della Rsa, Claudia Zerletti. Il suo nome verrà iscritto nel registro degli indagati, ma ha già ricevuto un’informazione di garanzia sotto forma di verbale di identificazione.
Ora è attesa l’iscrizione nel registro degli indagati anche di altre persone, a partire dagli operatori e dagli infermieri che rischiano nonostante abbiano aiutato gli ospiti e li abbiano salvati nel rogo partito da una stanza della struttura: per loro si dovrebbe trattare di un’indagine formale più che sostanziale. Le accuse sono di omicidio e lesioni colpose plurime e incendio. Sul caso il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si dice pronto a riferire in Aula dopo i funerali: la struttura, infatti, è del Comune di Milano.
Incendio Casa per Coniugi, la testimonianza dell’addetto notturno
Nella notte in cui è divampato il rogo c’era in servizio nella Casa per Coniugi un addetto al controllo antincendio. Lui stesso ha spiegato al Corriere della Sera che il suo ruolo era quello di vigilare perché il sistema di rilevamento anti-fumo non funzionava. L’uomo faceva la ronda, ma come denuncia lui stesso, “una sola persona non era sufficiente a controllare due strutture”.
Il vigilante era al suo secondo giorno di servizio e doveva segnalare eventuali presenze di fumo, chiamando i numeri d’emergenza. Ogni ora doveva completare il suo giro nei sotterranei e ai piani dei degenti delle due Rsa, ma senza poter entrare nei reparti e nelle stanze. Proprio da una stanza, la 605, è partito l’incendio a causa di una sigaretta non spenta bene.
A questo si aggiunge il malfunzionamento dell’impianto di rilevazione dei fumi, inattivo da più di anno, come sapeva anche il Comune di Milano. Che, in attesa della chiusura del bando per i lavori di manutenzione, aveva chiesto alla struttura la presenza di un addetto antincendio durante la notte come misura compensativa.
Proprio la questione del bando è una di quelle su cui si alimenta la polemica: lo stanziamento da un milione di euro per la manutenzione straordinaria di tutte le Rsa comunali era arrivato a dicembre, ma le procedure sono ancora in corso. La ditta vincitrice della gara, secondo quanto emerso, è stata bloccata a causa di un’interdittiva antimafia. Ora l’indagine dovrà verificare se ci sono state carenze e responsabilità di chi sarebbe potuto intervenire prima e non avrebbe invece fatto nulla.
La denuncia sulle condizioni delle Rsa di Milano
La tragedia della Rsa Casa dei Coniugi nasconde però un allarme “lanciato da mesi ma inascoltato”. A denunciarlo è Medicina Democratica, con il suo presidente nazionale Marco Caldiroli. Alcuni elementi sarebbero emersi già all’inizio del 2023, durante la trasmissione di Radio Popolare condotta da Vittorio Agnoletto, esponente di Medicina Democratica. In due puntate, del mese di gennaio, si era parlato della situazione delle Rsa.
Nella seconda si era parlato proprio delle strutture del Comune di Milano gestite dalla cooperativa Proges, tra le quali anche Casa per Coniugi. In una mail del 24 gennaio si era chiesto ai dirigenti di Proges di intervenire “per fornire risposte precise alle critiche sollevate, fra le quali gravi carenze nell’organizzazione del personale, sottoposto a superlavoro e a turni massacranti”, ma anche la “carenza del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria”. A cui si aggiungono le lettere inviate in prefettura.
Il prefetto aveva risposto alle segnalazioni di Cub Sanità, sollecitando l’Ats a effettuare un’indagine. Nella risposta erano state ammesse criticità, ma non “rispetto ai cosiddetti standard accreditanti”. E così nessuno era intervenuto, fino alla tragedia nella quale hanno perso la vita sei persone.
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