Inchiesta Olimpiadi, salta l’interrogatorio di Novari

Malagò punta a restare in carica fino al 2026. E Abodi ammette i ritardi. Intanto i magistrati indagano sulle assunzioni in Fondazione.

Inchiesta Olimpiadi, salta l’interrogatorio di Novari

È saltato ieri l’interrogatorio di Vincenzo Novari (nella foto), l’ex ad della Fondazione Milano-Cortina 2026, indagato nell’inchiesta, riguardante le Olimpiadi, per corruzione e turbativa d’asta, assieme all’ex dirigente Massimiliano Zuco e all’imprenditore Luca Tomassini. Il faccia a faccia coi pm è stato aggiornato a data da destinarsi. Intanto, anche ieri i pm hanno proseguito con le audizioni di testimoni, sul capitolo delle assunzioni nella Fondazione, per il quale è stato aperto un altro fascicolo per abuso d’ufficio e turbativa. Tra i 380 assunti, il secondogenito di Ignazio La Russa, la ex segretaria del presidente del Senato, la nipote dell’ex premier Mario Draghi (nessuno è indagato). Faro anche su un contratto per “servizi tecnologici” stipulato dalla Fondazione con Deloitte Usa da 176 milioni.

Malagò si candida a rimanere al suo posto

Sempre ieri, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, presidente anche della Fondazione olimpica, circa l’indagine a Un Giorno da pecora, ha dichiarato: “Non sono preoccupato. Certo non è una cosa che può far piacere, ma mi sembra evidente chi sono i soggetti ai quali sono destinate queste indagini. Ci auguriamo che nel più breve tempo possibile tutto venga chiarito, perché questo non aiuta il nostro lavoro”. E già che c’era ha confermato la volontà di restare in carica anche dopo la fine del suo mandato: “Il mio mandato scade il 30 maggio 2025. Se vorrei restare per Milano-Cortina 2026? Credo che sia una cosa di buon senso, vista anche la complessità dell’Olimpiade invernale”, ha detto.

Le opere arriveranno, ma dopo le Olimpiadi

Infine il ministro dello sport Andrea Abodi, discettando di Olimpiadi al Festival di Trento, ha ammesso che non tutte le opere saranno finite per l’inizio dei giochi: “Le opere si faranno tutte, ma non si faranno tutte per le Olimpiadi”, ha detto. “L’eredità si può consolidare nel tempo – ha aggiunto -. Posso garantire che quello che è nel dossier, soprattutto le opere pubbliche, verranno realizzate tutte. Alcune subito dopo. Abbiamo delle criticità, la Fondazione e Simico devono essere e saranno ‘case di vetro’. La pista di bob era nel dossier di candidatura. Abbiamo avuto delle vicissitudini, ma il cantiere è operoso e rispettoso dell’ambiente”, ha concluso.