Incidente Mestre, le cause della tragedia e le indagini della Procura

Incidente Mestre, si avanzano le prime ipotesi della terribile tragedia che ha coinvolto e ucciso dei turisti stranieri.

Incidente Mestre, le cause della tragedia e le indagini della Procura

Incidente Mestre, sono diversi le possibili ipotesi che hanno potuto causare la terribile tragedia. La Procura di Venezia ha aperto le indagini per accertare le cause e la dinamica dell’impatto del pullman con il guardrail prima di precipitare dal cavalcavia.

Incidente Mestre, le cause della tragedia

L’incidente del pullman a Mestre è stata una vera e propria tragedia. Il bilancio parla di 21 persone morte, di cui due bambini, 15 rimasti feriti e tra questi 5 in gravi condizioni. I passeggeri erano turisti stranieri ospiti del campeggio ‘Hu’ di Marghera provenienti da Venezia. Tra le vittime anche l’autista del mezzo, Alberto Rizzotto, trevigiano, 40 anni.

Tra le cause è spuntata l’ipotesi di qualche problema al guardrail. Tuttavia, il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini ha smentito questa possibilità: “non è un problema di guardrail“. “E’ presto per dare commenti – ha aggiunto il ministro –qualcuno mi dice che le batterie elettriche prendono fuoco più velocemente di altre forme di alimentazione e  in un momento in cui si dice che tutto deve essere elettrico uno spunto di riflessione è il caso di farlo”. Altra ipotesi, inbece, è stata avanzata dal governatore del Veneto Luca Zaia: ‘‘Tutto fa pensare a un malore, però è prudente non avanzare ipotesi e usare il condizionale”. ”Guasto tecnico o altri fattori oggi non ci sono noti. Attendiamo anche il lavoro della  magistratura e dei tecnici per capire la dinamica”, ha detto Zaia, auspicando che ”le immagini delle telecamere in strada, quelle in  autobus se si sono salvate e le testimonianze ci aiutino a capire  quello che è successo, perché noi non ricordiamo quel tratto di strada come un tratto di incidenti”.

Inchiesta aperta per omicidio plurimo stradale

La Procura di Venezia ha aperto le indagini per il reato di omicidio plurimo stradale. A fornire sicuramente dei chiarimenti sarà l’autopsia sul corpo dell’autista. Secondo la Procura “non risultano segni di  frenata. nè contatti con altri mezzi” prima che precipitasse il pullman.

“Stiamo sentendo i superstiti, tutti feriti, e solo 3 o 4 sono in grado di parlare”, sono state le parole del Procuratore di Venezia, Bruno Cherchi. “I carabinieri – ha rilevato – hanno il compito di sentire quelli ricoverati fuori comune, alla Polizia locale è stato affidato il compito di sentire quelli ricoverati a Venezia. Nessuno – ha sottolineato – si è accorto di quanto stava accadendo, ma sono troppo pochi quelli in grado di parlare, per avere ulteriori elementi. A noi ora interessa l’aspetto sanitario, poi l’approfondimento”.

“Il primo a dare i soccorsi è  stato l’autista di un altro bus che è stato affiancato, non toccato, dal mezzo precipitato”, ha continuato il Procuratore. “Nel dare l’allarme – ha sottolineato – ha anche lanciato un suo estintore verso il mezzo precipitato, che sprigionava fiamme”. Proprio le testimonianze escludono che il bus precipitato andasse veloce. “I testimoni – ha aggiunto Cherchi – hanno detto che andava piano, il tratto stradale prima è in salita e comunque, oggettivamente, non permette alte velocità. Comunque ci arriveranno i dati a certificare anche questo“, ha concluso.